Molfetta, 15/07/2020
Due anni di tempo per tornare ai livelli di fatturato del 2019 ed una perdita dei guadagni tra l’81% ed il 100% nel 2020.
Sono questi i dati principali che emergono dal sondaggio ‘Gli effetti del coronavirus sulla tua azienda’ lanciato da Turismo&Attualità al quale hanno partecipato 1695 aziende attraverso un questionario di 26 domande per provare a tracciare un primo bilancio dello stato attuale delle imprese turistiche.
Quello che emerge è un quadro a tinte decisamente fosche, il Covid 19 ha travolto il settore come un uragano e gli effetti si sono abbattuti sulle imprese che guardano al futuro con preoccupazione. Per il presente in primis perchè le casse languono ma anche e soprattutto per il domani, finchè il virus non verrà debellato le incertezze saranno ancora troppe.
Il sondaggio ha visto la partecipazione di aziende da tutta Italia, a cominciare dalla Lombardia che ha segnato il 23,7% di presenze seguita da Lazio, 12,7% e Veneto, 11%. Un identikit composto da titolari di agenzie di viaggio indipendenti per il 61% con equipe di lavoro composte da 1 a 10 dipendenti e fatturati che vanno dai 250.000 ai 500.000 euro per il 26,9% delle aziende e tra 500.000 ed 1 milione per il 22,3%. Il 44,1% non ha chiesto alcun fondo di finanziamento, mentre il 35,4% l’ha ottenuto: tra i finanziamenti il più richiesto dai partecipanti al sondaggio è stato il prestito garantito dallo stato (57,9%), seguito da bonus partite iva (29,7%) e fondo perduto (20,9%).
Una realtà, quella attuale, che si presenta con contorni tutt’altro che positivi, secondo il 33,8% degli intervistati il tempo medio di resistenza dell’attività in caso di mancata ripresa completa del settore va dai 3 ai 6 mesi ed addirittura fino a 3 mesi per il 25,3%. Solo il 5% prevede di mantenere l’attività in piedi per più 12 mesi. Un livello di preoccupazione, dunque, molto alto per il 55,4% degli imprenditori che guardano al 2021 con un mix di paura e speranza. D’altronde i numeri del 2019 appaiono ad oggi una chimera irraggiungibile, il 43% dei partecipanti pensa che ci vorranno almeno due anni per tornare ai numeri pre covid, più ottimista quel 29,6% che punta alla ripresa nel giro di un anno mentre per l,1.2% i tempi di attesa per riprendere quota si aggirano addirittura intorno ai 4 anni.
Dati allarmanti anche sul fronte cassa con cali di fatturato che oscillano tra l’80 ed il 100% per il 49% delle attività che hanno partecipato al questionario e tra il 61 e l’80% per il 35%. Inevitabile il ricorso alla cassa integrazione totale, alla quale hanno aderito il 42,3 degli intervistati e alla smart working utilizzato dal 18,4%. E guardando al 2021 la situazione non migliora al momento, alla domanda ‘Qual è la percentuale delle tue prenotazioni 2021 rispetto alle prenotazioni di viaggio cancellate nel 2020’ il 64,2% ha risposto 10% che diventa 50% per il 20,7%.
E per provare a salvare il salvabile torna di moda il prodotto Italia, venduto per l’estate dall’80,2% degli imprenditori intervistati con la Sardegna a guidare la graduatoria con il 27,4% delle richieste seguita da Puglia, Sicilia e Calabria. Ma è comunque una goccia nell’Oceano, le pratiche sul bel paese non sono aumentate per il 71% delle imprese partecipanti.
Ma se si guarda all’autunno e al 2021 sembra tornare di moda anche l’Europa, soprattutto per i mesi invernali e si registrano timidi segnali incoraggianti anche per gli Usa che toccano quota 61,84% di richieste per la prossima summer.
Che sia l’alba di un nuovo giorno? E’ la speranza di tutti, la battaglia al covid 19 si gioca sul fronte sanitario in primis ma è l’economia tutta che ha bisogno di serenità per poter ripartire. E le imprese del settore, da sempre capofila della resilienza, aspettano fiduciose.
fonte: www.advtraining.it
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