Molfetta, 20/05/2020
Mai come nelle settimane passate abbiamo sperimentato la necessità di valorizzare le nuove tecnologie nella pastorale: giornale, sito web, social, dirette streaming, interazione con la diocesi… Ogni parrocchia ha fatto quanto di meglio ha potuto. Ma quello della comunicazione è un ambito pastorale che va oltre le emergenze, anzi è trasversale a tutta la pastorale, dal momento che se è vero che “non si può non comunicare” a maggior ragione nell’impegno di evangelizzazione è fondamentale la comunicazione, fatta nei diversi modi possibili.
Già dal 2004 la Chiesa si è data un Direttorio per le Comunicazioni e ha individuato la figura dell’Animatore della Cultura e della Comunicazione quale persona, o equipe di persone, che curano l’aspetto della comunicazione in parrocchia. In Diocesi, poi, quattro anni fa è stato redatto un vademecum per l’ECo parrocchiale (Equipe Comunicazione parrocchiale) per non lasciare all’improvvisazione o alla buona volontà un impegno strategico.
L’ottavo appuntamento del Festival della Comunicazione sarà rivolto principalmente ai sacerdoti – come consueto incontro di aggiornamento del clero – unitamente agli animatori della comunicazione e operatori pastorali in genere, per riflettere su questo aspetto, anche alla luce di quanto vissuto durante la fase 1 e 2 della pandemia.
Giovedì 21 maggio ore 20,00 su www.diocesimolfetta.it e canali Facebook e Youtube @diocesimolfetta in diretta streaming
Reading dal messaggio del Papa a cura di Corrado La Grasta Teatro dei Cipis Molfetta
Saluto del Vescovo S.E. Mons. Domenico Cornacchia
In dialogo con:
mons. Lucio Adrián Ruiz, Segretario del Dicastero per la Comunicazione – Vaticano
Fabio Bolzetta, giornalista TV2000, presidente WeCa (Webmaster Cattolici)
Modera don Vito Bufi, direttore Ufficio Pastorale diocesano
“In ogni grande racconto entra in gioco il nostro racconto – scrive il Papa nel suo messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali -. … Quando facciamo memoria dell’amore che ci ha creati e salvati, quando immettiamo amore nelle nostre storie quotidiane, quando tessiamo di misericordia le trame dei nostri giorni, allora voltiamo pagina. Non rimaniamo più annodati ai rimpianti e alle tristezze, legati a una memoria malata che ci imprigiona il cuore ma, aprendoci agli altri, ci apriamo alla visione stessa del Narratore”.
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