Molfetta, 19/04/2020
La situazione dei marittimi italiani e pugliesi, sparsi nel mondo, si aggrava ogni giorno di più. Mentre in Italia si combatte con più fragore una guerra contro il Covid-19, in mare se ne combatte un’altra, per certi versi la stessa, ma che fa meno rumore di quella a terra.
Il caso della Costa Deliziosa, partita da Venezia il 5 gennaio scorso (con a bordo circa 10 molfettesi dell’equipaggio) sembrerebbe però soltanto la punta di un iceberg. Il vero problema riguarda la grave situazione in cui vertono i marittimi a bordo sulle navi di tutto il mondo impossibilitati a rientrare in Italia dopo lo scoppio della pandemia.
A parlare è Leo Murolo l’ingegnere navale molfettese (progettista di navi di notevole rilevanza mondiale) che ha descritto una situazione drammatica, fatta di storie le une legate all’altra, realmente ai limiti della tragedia. Murolo, insieme al Comandante Simone Quaranta (mentore di un treaning center di Mola di Bari), in queste dure settimane è impegnato nell’opera di rimpatrio di numerosi connazionali.
«Al momento sono 124 – ha commentato l’ing. Murolo – i marittimi pugliesi (molti dei quali di Molfetta e Mola di Bari) che siamo riusciti a far rientrare in Italia in difficoltà perchè rifiutati, con le loro navi, dai paesi esteri. Tanti sono quelli che non riescono a sbarcare perchè oltre ad essere rifiutati dai porti, vengono lasciati a terra dalle compagnie aeree, come se fossero degli appestati. L’Italia non ha autorità nei porti esteri, quindi le navi italiane si devono attenere alle disposizioni locali. Ci sono inoltre altri 37 marittimi pugliesi attualmente in quarantena preveniva all’estero e che presto contiamo di far rientrare in Italia».
Secondo quanto afferma l’ingegnere molfettese, la situazione più grave è bordo delle oltre 100 navi da crociera al largo delle coste americane con 80 mila membri dell’equipaggio a bordo, molti dei quali italiani e addirittura pugliesi e molfettesi, a cui il Centro per il Controllo delle Malattie degli USA ha proibito di sbarcare per almeno altri 3 mesi. Molti di loro sono in navigazione da più di 7 mesi e il loro contratto sarebbe addirittura scaduto.
«Ci sono situazioni drammatiche un po’ ovunque – ha proseguito Leo Murolo – considerando che sulle navi passeggeri, dove sono stati accertati casi di COVID-19 tra i passeggeri, i membri dell’equipaggio sono costretti ad una quarantena all’interno delle loro cabine: parliamo di 4 metri quadri da cui non possono muoversi e sono tutti praticamente allo stremo. Dall’inizio della pandemia – ha proseguito - mi sono messo a disposizione dei tanti che mi hanno contattato, interpellando i consolati, aggiornando i marittimi a riguardo le legislazioni locali e supportando le molte società di navigazione tramite i miei contatti professionali locali sparsi nel mondo. Un caso emblematico è quello di una nave di Arcelor Mittal in sosta da 20 giorni nel porto di Singapore, che rifiuta lo sbarco dei marittimi ( alcuni pugliesi ) nonostante abbiamo terminato da molti mesi il loro contratto».
Storie di uomini, donne e di famiglie intere, come quella di una ragazza straniera, moglie di un molfettese a bordo di una delle tante navi bloccate in mezzo al mare.
«Questa ragazza è incinta e partorirà a breve - ha concluso Murolo - vive sola in Italia. E’ disperata e mi ha chiesto aiuto per avere notizie sul rientro del nostro concittadino. Continueremo nella nostra opera, nessuno sarà lasciato indietro».
fonte La Gazzetta del Mezzogiorno - ed. Bari
scritto dal giornalista molfettese Matteo Diamante
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