Molfetta, 02/02/2015
“Ultimamente sembra che il comunismo sia diventato come la religione cattolica: tanti fanno parte di questa schiera, ma ognuno a modo suo”.
Michele Salvemini, in arte Caparezza, da Molfetta, ama spiazzare l’ascoltatore: in un’epoca in cui le ideologie scolorano, gioca con ironia a fare il comunista.
“Faccio fatica ad identificarmi con un’etichetta, ma se devo essere sincero nella mia vita ho trovato asilo politico in quello che comunemente in Italia chiamiamo comunismo. Nutro delle simpatie per questa ideologia, ma non ho tessere di partito e non faccio propaganda”.
Anche se nel video del singolo Avrai ragione tu tratto dall’ultimo album dell’artista, Museica, compaiono un coro da armata russa e vari simboli dell’ex Unione Sovietica.
“Più che a Sel guardo a Rifondazione, o addirittura Alternativa comunista che è forse ancora più a sinistra del comunismo…Però ci gioco con questa cosa, mantenendo sempre il riguardo per un’ideologia che è più rispettabile di quello che io chiamo cognomismo”.
Cosa sarebbe?
Oggi non ci sono più esponenti che appartengono alle correnti politiche, ma ai cognomi…se proprio ne dovessi scegliere uno mi terrei il mio che è anche quello di un esponente della politica italiana che stimo molto, Gaetano Salvemini. A dirla tutta, più che comunista sono salveminiano.
Nei prossimi mesi Caparezza sarà impegnato in tour nei palazzetti che attraversa l’Italia da Torino a Bari, prima di partire con la tournèe estiva
“Per il tour europeo ho suonato in diversi club storici, come il Koko a Londra, ed è stato molto emozionante, ma contemporaneamente ho pensato che non mi sarei dovuto fermare. Questo è un disco complesso e penso che prima di affrontare la stagione estiva sia giusto portarlo in giro con uno spettacolo e una scaletta completamenti rinnovati. Museica Tour II The Exhibition è esattamente questo: un’esibizione del tutto nuova”.
La fuga dei giovani all’estero oggi è un fenomeno da non sottovalutare, pensa che ci sia bisogno di dar vita a politiche diverse? L’Europa dà le risposte giuste a questi ragazzi?
Credo che chi va via dall’Italia non lo fa maturando considerazioni di carattere generale sull’Europa, si tratta di considerazioni a mio parere molto più personali e profonde. Molti sono caduti nella trappola di chi cavalca il malcontento promettendo un rinnovamento che non è mai avvenuto. Non mi sento neanche di fare un ragionamento così negativo sull’Europa perchè la maggior parte dei ragazzi che lasciano l’Italia restano in Europa. E’ troppo facile ogni volta dare la responsabilità ad altri: se i giovani o meno giovani vanno via è perchè la classe politica italiana ha fatto quello che ha fatto, sono disillusi, non trovano lavoro e partono. Le politiche del rigore europee potranno anche essere riviste, ma la nostra situazione, con tutto quello che è stato malfatto e sottratto, non è imputabile solo ai vincoli dell’Europa.
Il messaggio di questo disco bello e ambizioso è che l’arte può rendere la vita migliore?
E’ un’ode alla creatività: è la cosa più bella di questa mia esperienza terrena.
fonte e intervista completa su: huffingtonpost.it
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