Molfetta, 03/11/2014
Vent’anni fa debuttò a Sanremo rasato a zero. Uscì dal tunnel con una massa di capelli in testa e il successo. E le idee. Eccone una: "Sono contro il pensiero unico della Rete. Se tutto va in una direzione, cerco qualcosa che vada in senso opposto"
Sono in milleduecento al Koko di Camden Town, prezioso club londinese dove si esibisce la crema del rock britannico. Tutti paganti, non tutti italiani.
Michele Salvemini da Molfetta, in arte Caparezza, artista dalla parola facile e dalla rima al vetriolo, non è salito fin quassù per ammansirli con le trite storielle sul paese d'o sole, della pizza e del bel canto. Sa che lì sotto, a pogare divertiti e arrabbiati, ci sono un venti per cento di inglesi, un trenta di varie nazionalità e un cinquanta di italiani in fuga dallo stivale solatio. "Siamo tornati a essere un paese di emigranti", sbuffa scuotendo la generosa capigliatura che gli ciondola sul viso (capa rezza in pugliese vuol dire testa riccia).
"In questo tour europeo ho scoperto che ci sono ovunque un sacco di italiani. In Belgio siamo la prima comunità, a Londra senti parlare la nostra lingua in ogni angolo. L'emigrazione è di nuovo un fenomeno, anche se ancora sottovalutato. Oggi è facile, prendi un aereo e via, non devi fare come mio nonno che per fuggire in Australia dovette farsi un mese di nave. E non è bello sentir dire: con tutto il bene che voglio all'Italia io non ci torno, sto bene qua".
Caparezza è allegro, irrequieto, curioso. Ciondola per i corridoi cavernosi del backstage alla ricerca di segni tangibili del passaggio, tra quelle mura (una volta si chiamava Camden Theatre, fu edificato nel 1900), di personaggi come Charlie Chaplin (qui furono proiettati i suoi primi film muti) e, molto più tardi, quando il punk prese Londra d'assedio, Boomtown Rats e Clash; e, perchè no?, di una targa che ricordi Bon Scott degli AC/DC, che al Camden Palace, come era stato ribattezzato, si prese la ciucca che il 19 febbraio del 1980 gli causò l'intossicazione fatale. "Sono nato con l'hip hop ma cresciuto con il rock, metal soprattutto, e un certo tipo di elettronica", esplode con l'aria sorniona e beffarda che tanto lo fa somigliare a Frank Zappa.
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