Molfetta, 24/03/2013
Gioielli in mostra, fino al 30 marzo, presso la sala dei Templari, a Molfetta, in piazza Municipio
I gioielli di Enza de Pinto, nata a Molfetta, si collocano nell’universo fecondo di un trompe l’oeil tattile-visuale, per cui ciò che si vede non è ciò che nella realtà il tatto scopre poi essere. Parere qualcos'altro, far uso della metafora, che è una traslazione di senso, rende in arte il percepire molto più intrigante rispetto alla corrispondenza analogica dell’oggetto con il suo significato.
Il gioiello-scultura di Enza de Pinto può essere ciò che appare, ma può essere molto di più; l’artista si fa gioco di noi con l’animo puro del bambino che quando gioca simula. D’altra parte l’ha scritto anche il grande scultore Marino Marini: “Gli artisti e i bambini non appartengono a culture differenti”.
Destrutturare, sperimentare e al tempo stesso stare in equilibrio fra l’idea e la migliore realizzazione tecnica sono le caratteristiche dell’orafa Enza de Pinto. La riconoscibilità stilistica - oggi ben evidente in una collezione che esce finalmente da dietro le quinte e si conquista il palcoscenico - la fa decollare nel campo dell’arte.
Giusy Petruzzelli, critico d’arte
docente di Storia dell’arte dell’Accademia di Belle Arti di Bari
Enza de Pinto, molfettese, dopo aver vissuto a Vicenza per più di vent’anni, è tornata ‘a casa’ nel 2010.Dal 1988 si occupa di tecnica orafa e modellazione in cera. Ha frequentato scuole e corsi di specializzazione orafa, design, modellazione in cera, incisione e incastonatura, gemmologia, creatività e tecniche di vendita e il corso di laurea in Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Bari.
Dal 1998 è docente di modellazione orafa presso la Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza e il Centro Padre Piamarta di Milano e dal 2008 presso l’Istituto Europeo di Design di Roma. Dal 2000 è consulente in attività internazionali come docente presso enti di formazione e studi orafi in Brasile, Colombia, Stati Uniti e Turchia.
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