Molfetta, 03/04/2012
La processione dei Misteri, a Molfetta: il Cristo alla canna
Il volto mortificato dall’umiliazione, le piaghe sul corpo martoriato, la corona di spine e una canna tra le braccia come emblema regale. Questi i connotati dell’Ecce Homo, terzo dei Misteri che sfilano il Venerdì Santo nella imponente processione organizzata dall’Arciconfraternita di Santo Stefano.
La nudità del Cristo flagellato si ridimensiona a causa del mantello dorato che copre la parte posteriore di Gesù ormai prossimo alla morte.
L’intera figura, anatomicamente molto curata appare, tuttavia, la più statica tra le cinque poichè “appiattita” proprio dal manto regale posto sulle spalle di Cristo che non ne esalta la mobilità e la plasticità.
Di straordinaria intensità è invece lo sguardo dell’Uomo che, nonostante la compostezza del volto riesce a infondere nel fedele che lo contempla sentimenti di intensa commozione. Anche qui, come nel Cristo flagellato, le mani risultano più grandi in proporzione all’intera figura, aspetto che l’ignoto scultore ha senza dubbio voluto e cercato.
La Confraternita che reca a spalla l’Ecce Homo, dal volgo comunemente chiamato Cristo alla canna, è quella della Purificazione, detta delle "perdute".
Sorta e riconosciuta nel 1768 ha sede nella Parrocchia di San Corrado ( Duomo di Molfetta ) e indossa una mozzetta di colore giallo al tradizionale camice bianco.
Riproduzione riservata. La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link alla news.