Molfetta, 09/02/2012
È bene dirlo con estrema franchezza e pochi giri di parole: oggi il culto dei molfettesi verso il Patrono della città, Corrado di Baviera, non ha niente a che vedere con i tributi di lodi e le dimostrazioni di giubilo e di devozione che i nostri antenati gli destinavano alle origini.
Pian piano, a Molfetta, con il passare inesorabile del tempo e l’accrescere della devozione della città nei confronti della Compatrona, Maria SS. dei Martiri, i festeggiamenti esterni del Santo eremita Corrado sono stati soppiantati da quelli ben più significativi della festa settembrina.
Ma è importante sapere che, in passato, la grande festa esterna molfettese, con tanto di luminarie, fiera e celebrazioni in pompa magna, era destinata proprio a San Corrado di Baviera. Negli anni settanta la Festa Esterna, celebrata a luglio in memoria della traslazione delle reliquie del Santo dal Duomo alla nuova Cattedrale, è stata abolita e soltanto da qualche anno a questa parte il Comitato Feste Patronali sta cercando di ridare importanza alla festa estiva caduta nell’oblio attraverso la processione per le viuzze del vecchio borgo del reliquiario argenteo del Santo.
Molti conoscono la storia di Corrado di Baviera e delle tradizioni connesse alla canonizzazione dell’eremita confessore ma non tutti sanno che, nonostante il culto corra diano è attestato nella Chiesa di Molfetta già dal XIV secolo, la canonizzazione è avvenuta solo nel 1832 e per questo della equipollente dal momento che il processo canonico non poteva contare su testimonianze dirette oculari o di documenti coevi ma confermava e approvava il culto della città ab immemorabili. Il Caracciolo, Vescovo di Molfetta, così concluse l’intera vicenda del processo: “Egli rimarrà per sempre un Santo creato dal popolo per una santità popolare all’interno di quella comunità che ab antiquo l’ha considerato suo avvocato presso Dio”.
Oggi giovedì 9 febbraio, solennità per la Chiesa di Molfetta e per l’intera Diocesi, il Vescovo Mons. Luigi Martella celebrerà il Pontificale in Cattedrale, a seguito dell’accensione del grande falò in via Dante, a memoria e conservazione dell’antica tradizione.
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