Molfetta, 26/09/2011
Ci scrive Don Giuseppe de Candia: la Sua Australia
Carissimi, oggi non ho impegni pastorali. Mi trovo a Tarregal a casa di famigliari.
Dalla grande finestra della mia camera godo uno squarcio stupendo della natura: una baia dell'oceano Pacifico. Onde regolari. Direi quasi un adagio di una tranquilla sinfonia che la Natura dona all'umanità.
La costa bassa in questo punto, ha una sabbia di una finezza unica. L'ho calcata. Affondavo.
Mi dispiaceva manomettere il lavoro delle onde. Sono subito risalito sulla passeggiata invasa da coloro che fanno corsa.
Il sole radente, qui siamo in primavera, e' cosi' forte, che ti costringe ad abbassare gli occhi. Ho
pensato che l'oceano e' po' timido o geloso della sua bellezza.
Mentre salgo il pendio ripido verso casa, mi fermo a dei sedili posti lungo il viottolo per rifiatare. Passa una famiglia, padre, madre e un bambino con grosso pallone tra le piccole braccia. Sfugge il pallone e viene a finire vicino a me. Il bambino abbassa i capelli biondi come il giallo dei girasoli e... quando io col piede gli restituisco il pallone mi ringrazia. Apro la mia mano e il bambino batte cinque con un sorriso grande come l'oceano che sto contemplando.
Questa e' l'Australia: immensa come il cuore di chi ama, orientata alle buone relazioni come il girasole al sole, cortese come una dama di rango...
Questo sto vivendo e Ve lo partecipo
don Giuseppe de Candia
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