Ellis Island: museo dell'immigrazione

 

Ellis Island: museo dell'immigrazione

 

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Molfetta, 17/06/2011

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Ellis Island. La porta dell'America

Tanti i molfettesi di passaggio, in cerca di fortuna

L’isola di Ellis Island, ubicata nel golfo di New York all’ombra della Statua della Libertà, deve la sua incontrastata fama al fatto di essere stata, a partire dal 1892 la sede della stazione federale per l’immigrazione degli Stati Uniti d’America.
Conosciuta dai nativi come "Kioshk" o isola delle Ostriche per via dell’abbondanza di tali molluschi nei suoi fondali, in seguito, l’isola divenne anche un rifugio per pirati o un deposito di munizioni oltre a prendere altri nomi tra cui quello di un suo proprietario, Samuel Ellis, a cui deve la denominazione definitiva.

L’isola di Ellis divenne importante nella storia delle migrazioni dal vecchio continente a partire dal 1890.

Si decise di costruire un nuovo e grande centro per l’immigrazione su Ellis Island queste strutture, riservate ad ospitare gli emigranti non perfettamente in regola sia dal punto di vista sanitario che da quello burocratico, vennero affiancati locali adibiti a biblioteche e sale cinematografiche destinati ad alleviare il “soggiorno” degli internati.

Durante il corso della prima guerra mondiale, in corrispondenza della quasi totale cessazione degli espatri dall’Europa dovuti alle note vicende belliche, Ellis Island divenne il luogo di detenzione per gli “stranieri sospetti nemici” (“suspected enemy aliens”), ovvero, per tutti coloro che, pur essendo residenti in America da anni, erano originari dei paesi in guerra contro gli Stati Uniti.

In conclusione, si può osservare che in più di 60 anni di attività come stazione federale per l’immigrazione, Ellis Island ha rappresentato la porta di ingresso alla speranza americana per milioni di persone (certamente più di 12 milioni). Non sempre e non per tutti gli auspici di una vita migliore si sono, poi, rivelati tali, ma, sicuramente per tutti, il passaggio “sull’Isola delle Lacrime” è rimasto impresso in maniera indelebile nella propria memoria di emigrante dando così luoghi una valenza paradigmatica nell’immaginario collettivo americano.

Nel 1965 il presidente Lyndon Johnson dichiarò il complesso di Ellis Island monumento nazionale incorporandola, di fatto, al parco storico della Statua della Libertà. A partire dal 1984 l’isola e gli edifici che vi sorgevano furono oggetto di una profonda operazione di restauro, il maggior progetto di restauro di un monumento storico mai realizzato negli Stati Uniti, costata, all’epoca, circa 160 milioni di dollari. I fondi necessari furono raccolti dalla fondazione (The Statue of Liberty - Ellis Island Foundation, Inc.) che curava i lavori esclusivamente attraverso le donazioni dei privati.

L’intervento conservativo in cantiere ha permesso di riportare la struttura al suo stato originario ma, fatto altrettanto importante, ha permesso anche di dare una sistemazione adeguata agli archivi contenenti i dati di milioni di immigrati.

Dal 10 settembre del 1990 Ellis Island ha riaperto i battenti come museo federale dell’immigrazione.

Ogni anno il museo è visitato da almeno 2 milioni di persone. Una delle sue maggiori attrazioni è costituita dall’”Honor wall” un monumento che riporta, inciso su pietra, il nome di tutti gli emigranti transitati per Ellis Island: un degno modo per ringraziarli per il contributo che hanno dato alla crescita della terra di adozione.


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