Molfetta, 08/11/2010
L’11 novembre, il giorno di S. Martino, l’Italia rende omaggio al vino novello, e al ritmo di proverbi di ogni genere e stornelli, utilizza questo pretesto per banchettare.
A Molfetta, nelle case, i banchetti imbanditi offrono oltre al miglior vino novello, anche le Frittelle tanto amate dai bambini, che aspettano con ansia la campanella di fine giornata scolastica, per correre a casa a mangiarle. La tradizione di fare le frittelle a Molfetta è molto antica, e pare nasca da una storia che da decenni i contadini si tramandano. Si racconta che un ricco contadino proprietario di un grande uliveto, volendo festeggiare un abbondante raccolto, chiamò i contadini che lo avevano aiutato nel raccolto, e fece gustare le loro frittelle nel loro olio, proprio l’11 novembre. Così da quell’anno, il giorno di S. Martino si spande per la città il buon odore di Frittelle fritte nel nostro buon olio molfettese.
Oltre alla tradizione delle frittelle, un’altra tradizione caratterizza questa festa, non solo a Molfetta ma in tutta Italia. Qualcuno si è mai chiesto perchè S. Martino è finita per diventare la festa dei mariti traditi? Sono due le ipotesi che spiegano ciò.
Secondo una prima ipotesi, nel giorno dedicato al Santo si svolgevano, in più località, fiere di bestiame per lo più “munito di corna”; una seconda ipotesi spiega che anticamente, si celebravano, proprio a novembre, dodici giorni di sfrenata festa di tipo carnevalesco, durante i quali avvenivano spesso adulteri. I mariti venivano fatti oggetto di scherno, e in una caccia simulata dovevano interpretare il ruolo del cervo, animale dalle “ricche e ramificate” corna.
Branduardi nella sua famosa canzone ne ha tessuto le lodi, ma possiamo ben constatare che quello del cervo non era propriamente un “dono”.
Soddisfatta questa piccola curiosità….. noi di I Love Molfetta Vi auguriamo una buona e ricca abbuffata di frittelle!
Riproduzione riservata. La riproduzione è concessa solo citando la fonte con link alla news.