Tornarono e raccontarono….

 

Tornarono e raccontarono….

 

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Molfetta, 22/09/2010


Così dice il Vangelo a proposito degli Apostoli quando tornavano da Gesù.

Sono tornato due giorni fa dagli USA. Un tifone mi ha fermato su quel suolo per cinque ore in più. In aereo, già pronto sulla pista, dapprima mezzora poi di ora in ora, per sicurezza, visto che andavamo verso est, dove c’era il temporale, non ci hanno fatto decollare.

Saliti a velocità di crociera, dall’oblò ho osservato i residui del tifone, uno spettacolo grandioso e terrificante e, con il mio iPad, dove ho installato la Bibbia come primo audio libro, ho cercato il Salmo 29: “Il Signore tuona sulle acque, il Dio della gloria scatena il fuoco. Il tuono del Signore schianta i cedri, fa balzare come un vitello il Libano, e il Sarion come un giovane bufalo. Il Tuono saetta fiamme di fuoco”. Per mia fortuna l’aereo non balzava come un bufalo. Già il comandante dell’aereo rassicurava: è tutto passato, faremo un viaggio tranquillo con un ritardo notevole.

La prima persona che ho incontrato a Bari mi ha detto: "come è andata la villeggiatura?" Ho risposto con un sorriso; ma non nascondo di aver provato una profonda amarezza perchè, più che affaticato dal lungo viaggio, a lui sarò sembrato come reduce da una borghesissima vacanza. E’ giusto in fondo! Devo pagare il prezzo di una esperienza di prete, estenuante ma irripetibile.

Allora, vi racconto.

Dapprima la festa della Madonna di Corsignano, protettrice di Giovinazzo, ha trasferito Brooklin ad Hoboken nella chiesa di Sant’Anna tutti i devoti Giovinazzesi.
Commovente la partecipazione e lo struggente canto popolare "O Maria di Corsignano".
All’estero, con qualsiasi nome si vogliano chiamare, fede, nostalgia, odore di radici, ritorni, sogni, certe date si vivono intensamente. Guardare negli occhi la gente, mentre parli dall’altare, è vedere ostriche radicate allo scoglio, sicure, tranquille: nessuna corrente, anche impetuosa strapperà l’ancoraggio. E’ la fede!
"Porta un bacio alla mia Giovinazzo", abbracciandomi, ha quasi gridato una signora appoggiata ad un bastone.

L’ultimo giorno di agosto ha avuto inizio la Novena della Madonna dei Martiri, la protettrice di Molfetta.
Ogni sera, via video catechesi, abbiamo presentato un tema sulla Madonna. Siamo partiti dalle radici della nostra devozione, dalle cappelle rupestri nostrane ai tempi dell’agricolalizzazione del nostro territorio, ai temi di attualità: le idrie vuote, che cosa manca nella nostra vita partendo dalle nozze di Canan di Galilea dove la Madonna implorò il Figlio e l’acqua fu cambiata in vino, ai temi più moderni della famiglia e di ogni persona di questo mondo.
Ogni sera la chiesa era stracolma. Qualcuno per nove sere ha fatto, tra andata e ritorno da casa, duecento chilometri. Qualche altro ha persino affittato una camera d’albergo.
Ma poi, la serata del Gospel, ha tenuto il fiato sospeso per quasi un’ora. Il gruppo gospel ha accompagnato la santa Messa e ci ha fatto godere musica “altra”, cantata con il cuore più che con la voce.

La sera prima della festa è arrivato Roberto Pansini, di "I love Molfetta", con le immagini della festa appena celebrata a Molfetta. Stanco e felice, con Gianluca de Lucia, Roberto si è immesso con naturalezza, quasi fosse nel suo ambiente abituale.
Il giorno della Festa, quest’anno è capitato il nono anniversario del disastro "delle torri gemelli", 11 settembre 2001.

Quando il ferry con la Statua della Madonna è arrivata alla riva di New York, abbiamo avvertito che mancava qualcosa. Abbiamo messo la mano sul cuore e abbiamo cantato God bless America, quasi fosse un canto gregoriano durante una cerimonia liturgica.

Mi è venuta in mente la scena ammirata ieri sera dalla riva opposta: una luce filiforme, intensa, bianca, saliva dal posto delle torri e forava le nubi basse come una lancia, come trapassasse il cuore di una città, come fosse una reazione all’affronto subito. Impressioni? Realtà? Riflessioni? Passato? Futuro? Tanto si dovrebbe tirar fuori dalla memoria! Ci vorrebbe un romanzo!

Sono anni che seguo questa Comunità, ma vivo emozioni sempre nuove!
Il racconto finisce nel Santuario della Madonna dei Martiri dove mi sono recato appena a Molfetta. Il tempio era vuoto, avvolto nel silenzio, rotto soltanto dal crepitio della lampada davanti al Santissimo. Quel silenzio si animato d’improvviso, tra lacrime e battimani dei nostri Molfettesi di Hoboken ed è esploso nel canto eseguito l’altra sera ad Hoboken: "andrò a vederla un dì".

Mons. Giuseppe de Candia

 

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