Molfetta, 07/05/2025
In un'epoca segnata da confini sempre più labili e da una crescente interconnessione globale, le storie di chi ha lasciato la propria terra natia assumono un'importanza cruciale, spesso sottovalutata.
Le narrazioni dei migranti non sono semplici aneddoti di viaggi e adattamenti, ma costituiscono un tessuto connettivo fondamentale per comprendere la complessità del mondo in cui viviamo e per costruire società più inclusive e consapevoli.
Per questo costituiscono un patrimonio di conoscenza inestimabile: offrono spunti di riflessione sulle dinamiche globali, sulle ingiustizie sociali, sulle conseguenze dei conflitti e dei cambiamenti climatici. Inoltre, ci aiutano a decostruire narrazioni semplicistiche e a comprendere la complessità delle cause e degli effetti delle migrazioni.
Presso l’Istituto Tecnico Tecnologico Panetti – Pitagora di Bari, diretto dalla prof.ssa Lara Castellana, si è tenuto un interessante dibattito tra la dott.ssa Barbara Sorce, tarantina di origine e da tanti anni residente in Svizzera, attualmente rappresentante della comunità pugliese in Svizzera, membro del CGPM e gli studenti della Terza Informatica A.
L’incontro organizzato e coordinato dalla prof.ssa Maria Teresa Giuliani, docente di Italiano e storia, che da anni organizza iniziative sulla tematiche relative all’emigrazione, curato per la parte tecnica dall’assistente tecnico John Rocco Ferrara nato a Chicago da genitori Pugliesi e membro dell’Associazione Triggianese di Puglia nel Mondo, organizzazione ufficialmente iscritto all’albo delle Federazioni ed Associazione dei Pugliesi nel Mondo, ha suscitato un grande interesse e coinvolgimento della classe partecipante, che ha rivolto innumerevoli domande alla gradita ospite.
Le sue risposte concrete, autentiche, emotive hanno contribuito ad una maggiore comprensione da parte dei ragazzi del fenomeno migratorio, poichè ascoltare la voce viva di chi ha vissuto l'esperienza in prima persona abbatte le barriere della distanza e dell'astrazione, permettendo un contatto umano immediato e potente.
Quando un emigrante condivide la propria storia, non offre semplicemente un racconto di eventi, ma dischiude un mondo interiore fatto di speranze, paure, ricordi, legami affettivi spezzati e ricostruiti. Ci permette di entrare in contatto con la complessità emotiva del distacco dalla propria terra, con la vulnerabilità di fronte all'ignoto, con la determinazione nel cercare un futuro migliore e con la resilienza necessaria per affrontare pregiudizi e difficoltà di integrazione.
Le testimonianze dirette sono strumenti potentissimi per combattere la disinformazione e i discorsi d'odio che spesso alimentano la paura e l'ostilità nei confronti degli immigrati. Quando una persona racconta la propria storia con autenticità e vulnerabilità, diventa difficile mantenerla confinata in uno stereotipo negativo.
Promuovere iniziative di storytelling, documentari partecipativi, progetti di storia orale e laboratori di narrazione contribuisce a creare la condivisione della memoria.
Solo attraverso l'ascolto autentico delle storie di vita potremo davvero abbattere i muri dell'indifferenza e costruire ponti di solidarietà e comprensione.
Prossimamente anche noi dell'Associazione Oll Muvi, noti attraverso il brandy "I Love Molfetta", da sempre la nostra "mission" è quella di creare ponti tra Puglia e il resto del mondo, racconteremo la nostra testimonianza di migrazione, siamo certi che i giovani studenti della scuola saranno entusiasti di ascoltare storie e narrazioni, che arricchiscano le loro conoscenze.
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