Molfetta, 17/11/2024
Cento trentadue anni or sono, esattamente, il 17 novembre 1892, alle ore 5 del mattino, nel porto di Bari, il piroscafo austriaco Stefanie, con 21 persone d’equipaggio, si preparava a partire diretto a Barletta.
Il mare calmo lasciava sperare in una navigazione tranquilla, quando invece giunto nelle acque tra Molfetta e Bisceglie, un urto, un cozzo formidabile a prua arrestò il piroscafo all’istante. Si era aperta una falla di acqua che, inesorabilmente, fece colare a fondo il piroscafo.
Preziose ed esclusive le ricerche, realizzate dal nostro amico Cav. Corrado Pisani, un grande appassionato di storie molfettesi, che affinchè non si perda la memoria, condivide attraverso il sito web "www.ilovemolfetta”, gestito dall'Associazione Oll Muvi, il suo pregevole lavoro. A Voi tutti buona lettura.
L’affondamento ebbe rilievo a livello nazionale tanto da essere oggetto di cronaca sul quotidiano milanese “Corriere della Sera” (edizione del 20-21 novembre 1892, Anno XVII, Numero 320, pagina 2, colonna 2).
La domanda da porsi era la solita di questi casi: che cosa era accaduto?
Il piroscafo Arrigo, battente la stessa bandiera, aveva investito lo “Stefanie”.
Il comandante dell’Arrigo fece calare velocemente in mare le scialuppe e le imbarcazioni di salvataggio e, con il suo equipaggio, contribuì a mettere in salvo quello del piroscafo affondato. Furono recuperate solo dodici persone, fra le quali il comandante dello Stefanie, che furono portate a bordo dell’Arrigo il quale, tuttavia, dovette entrare in tutta fretta nel porto di Molfetta per accertare le avarie subite (che risultarono piuttosto rilevanti) e farle riparare.
Dopo diverse ore, si venne a sapere che, degli altri uomini componenti l’equipaggio dello Stefanie, altri sei si erano aggrappati a dei rottami comparsi a galla e si erano salvati giungendo a riva nei pressi di Bisceglie. Purtroppo, però non si ebbero notizie degli altri sei naufraghi, fra i quali era compreso il Comandante in seconda, e si ritenne da subito ch’erano periti miseramente.
La notte del 19 giunse in Bari il vice-console austriaco residente in Molfetta, Giuseppe Panunzio, il quale, unitamente al signor Marassi, agente della Compagnia proprietaria del piroscafo perduto, si erano imbarcati sul piroscafo “Epidauro” (di proprietà della stessa compagnia dell’Arrigo), ancorato nel porto di Bari, ripercorrendo la stessa rotta dello Stefanie senza però poter trovare traccia dei naufraghi. Anche il piroscafo “Bari” della Società Puglia, che da Barletta era giunto a Bari, non riportò alcuna notizia confortante.
La causa del terribile sinistro non si riuscì a comprendere. Si appurò, invece, che nel momento della collisione i due equipaggi – tanto quello della Stefanie come quello dell’Arrigo – erano a cena.
Il 20 novembre 1892 nell’Ufficio Circondariale di Molfetta, dinanzi all’Ufficiale di Porto, Enrico Biagini, Comandante del Porto, si presentò il signor Giulio Martineck, Capitano Marittimo già comandante del piroscafo austriaco “Stefanie”, di proprietà della Royal Hungarian Sea Navy Company “Adria”, sedente in Fiume, il quale dichiarò che «in conseguenza dell’affondamento dell’anzidetto piroscafo avvenuto alle 7 pomeridiane del 17 volgente, quattro miglia a tramontana di questo porto per investimento avuto dall’altro piroscafo Austro-Ungarico “Arrigo” di tonnellate 263 del porto di Trieste, sono scomparse le seguenti sei persone facenti parte dell’equipaggio della “Stefanie” che debbonsi ritenere periti perchè dall’affondamento del piroscafo fino ad ora non sono stati veduti da alcuno, ne se ebbe altrimenti notizia. 1°) Poicarich Matteo di Giovanni e di …, di anni 35 da Costrena S. Barbara, presso Fiume (Ungheria), ammogliato con …, primo ufficiale; 2°) Marcuzzi Giuseppe di … e di …, di anni 38, da Trieste, ammogliato con …, secondo macchinista; 3°) Cottolivich Gabriele di Stefano e di …. Maria, di anni 37, da Costrena S. Lucia, presso Fiume, ammogliato con Rusich Giovanna, carpentiere; 4°) Rozmanich Giacomo di … e di …, di anni 50, da Costrena S. Lucia, presso Fiume, ammogliato con … Margherita, marinaro; 5°) Dragivecich Giovanni di Giuseppe e di … Maria, di anni 28, da Jablanaz, presso Segna, celibe, marinaro; 6°) Torok Emilio di Andrea e di …, da Vacz, presso Buda-Pest, celibe, apprendista».
Il piroscafo “Stefanie” della compagnia “Adria”, comandato dal capitano Martinek, aveva per secondo ufficiale il capitano Matteo Poicarich (o Paicurich), per terzo il capitano Giuseppe Tuchtan junior. Costruito nel 1881 a Barrow (Inghilterra) dal cantiere Caird & Puddle, era iscritto alla matricola n° 28 del Capitanato di porto di Trieste. Dimensioni: 1.160 tonnellate di stazza lorda, 788 tonnellate di stazza netta, lungo m. 74,6, largo m. 10,36, alto m. 4,69. Proveniva da Bordeaux-Huelva-Pommeron-Messina e si dirigeva per Fiume con un carico generale (minerale e spiriti).
Il piroscafo “Arrigo” (ex Carolina P., ex Liguria, ex Heathercliff), che aveva fatto affondare il piroscafo Stefanie, era di proprietà (dal 1890) del Consorzio di Navigazione a Vapore “Ragusea”. Costruito nell’ottobre 1883 dal cantiere W. Hamilton di Glasgow. Dimensioni: 535 tonnellate di stazza lorda, 337 tonnellate di stazza netta, lungo m. 49,59, largo m. 7,83, alto m. 3,99. Equipaggio 14 uomini.
Prima di riprendere il mare il piroscafo subì alcune riparazioni generali al macchinario e la fattura di vari pezzi di macchina realizzati presso l’Officina meccanica e fonderia molfettese di proprietà di Nicola Rigotti (nato a Torino nel 1851).
Due anni dopo questo episodio, la notte tra il 30 ed il 31 ottobre 1894, stando in navigazione da Bari a Venezia l’Arrigo entrò in collisione con il piroscafo austro-ungarico “Venezia” (ex Ardgowan) al largo di Brioni (Pola). Il piroscafo “Arrigo” affondò, mentre il suo equipaggio veniva tratto in salvo dal Venezia.
to be continued ...
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