Molfetta, 04/02/2024
comunicato stampa
"Perdere il passato significa perdere il futuro"
Questa è la frase con cui il gruppo teatrale "A teatro... in punta di piedi" ha voluto intitolare l'iniziativa promossa e patrocinata "in esclusiva" dal Comune di Molfetta in occasione dell'annuale ricorrenza della Giornata della Memoria del 27 Gennaio.
Č stata, difatti, l'unica compagnia teatrale ad aver posto all'attenzione dei cittadini la tematica legata al dramma dell'olocausto, purtroppo ancora viva nel presente. In un'epoca storica come quella in cui stiamo vivendo, nel corso della quale vediamo un mondo tristemente testimone di reiterati conflitti di cui sono vittime civili innocenti, non si può prescindere dal ricordare quanto accaduto nel corso delle due guerre mondiali, utilizzando ogni strumento a nostra disposizione per alzare un grido di dissenso che rappresenti anche un monito, affinchè non si ripetano gli errori del passato.
Lo spettacolo teatrale che ha avuto vita nelle giornate del 28 e del 30 Gennaio, rispettivamente presso la parrocchia "San Gennaro", a Molfetta, ed all'interno dell'Istituto professionale per il commercio "Don Tonino Bello", sempre a Molfetta, ha rappresentato un'occasione per sensibilizzare la cittadinanza e, in particolar modo, le nuove generazioni su uno dei periodi più bui per l' umanita'.
L'idea è stata così concretizzata dal regista Giuseppe Sasso: un totale di ben dieci scene, ciascun delle quali racchiude ricordi, testimonianze toccanti, pensieri e poesie sugli orrori che hanno inevitabilmente lasciato un segno indelebile, suscitando sdegno e vergogna senza mai dimenticare cosa sia stata la Shoah, la persecuzione e lo sterminio di migliaia di deportati nei campi di concentramento di Auschwitz ad opera del regime tedesco.
Si inizia con la famosa poesia dello scrittore Primo Levi intitolata "Shema" (Ascolta), una preghiera recitata dagli israeliti la mattina appena svegli e la sera prima di andare a dormire; si aggiunge la poesia della scrittrice ungherese Edith Bruck , un'amara considerazione della sua esistenza; segue un breve estratto della poesia di Salvatore Quasimodo intitolata "Auschwitz", un monito contro l'antisemitismo. Il repertorio si conclude con due poesie, "The Butterfly" e "un paio di scarpette rosse", che lasciano spazio ad immagini struggenti, ma abbastanza esemplificative del dramma dell'Olocausto: la libertà negata che riporta l'immagine di una farfalla che non può vivere rinchiusa nel ghetto e poi immagine di scarpette rosse con le suole non consumate, in riferimento alla morte di moltissimi bambini mai cresciuti.
Lo spettacolo, inoltre, contiene al suo interno ricordi e riflessioni di alcuni dei sopravvissuti che hanno provato in prima persona il terrore di quei interminabili istanti, ignari di quanto sarebbe loro capitato. Si ascoltano, ad esempio, le parole della senatrice della Repubblica Italiana Liliana Segre e Marco Rigoni, testimone diretto, liberato dopo due anni di prigionia.
A far da contorno non sono mancati passi di danza, grazie alla gentile collaborazione della scuola "Danzarte", di Terlizzi, canzoni accuratamente scelte dal regista e ben inerenti alla tematica affrontata : "Numeri da scaricare", "Il Carmelo di Echt", "Il diario di Anna Frank" e "Canzone del bambino nel vento", con la quale si chiude la piece teatrale e si accompagna l' "uscita" sul palco di tutti i protagonisti, Vanessa Biscardi, Franco Squeo, Angela Sigrisi, Francesco Allegretta, Giovanna Salvemini, Nicola Stasi, Tina De Bari, Luciano Altizio e Giulia Marino, insieme alla voce solista di Marta Maria Turtur, alla danzatrice Anna Mezzina e al coordinatore tecnico Vito Sirena.
Fa seguito un discorso di ringraziamento per l'attenzione prestata e l'invito agli spettatori a riflettere sul messaggio, nonchè sull' obiettivo che si è voluto mettere in risalto: conservare la Memoria come bene prezioso, sviluppare una maggiore consapevolezza degli anni drammatici caratterizzati dall' Olocausto e profundere grande impegno nella costruzione di una Società che ripudia le discriminazioni ed accetta la "diversità" di qualunque genere.
Ricordiamo, riflettiamo, costruiamo un mondo senza atrocità.
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