La tradizione della Croce a Molfetta: ricerca storica

 

La tradizione della Croce a Molfetta: ricerca storica

 

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Molfetta, 15/05/2023


A Molfetta, sino alla prima metà dell’Ottocento, nei giorni che precedevano l’Ascensione di Gesù al Cielo, si svolgeva un triduo di processioni caratterizzate da particolari preghiere e funzioni chiamate “Rogazioni”.

Queste erano stabilite dalla Chiesa, allo scopo di implorare le benedizioni del cielo su tutto ciò che riguardava la vita in generale e, in particolare, per attirare la benedizione divina sui lavori agricoli. Infatti, la notte precedente la festa, contadini e devoti, riuniti in preghiera, invocavano la benedizione del Signore sui terreni seminati, in special modo sul grano. Usanza, quest’ultima, già desueta negli anni Settanta del secolo scorso.

Condividiamo ancora una ricerca realizzata dal nostro amico Corrado Pisani, un grande appassionato di storie molfettesi, diversi suoi documentazioni sono pubblicate sul sito dell'Associazione Oll Muvi, affermata nel mondo con il logo I Love Molfetta, le sue "micro - preziose - ricerche", vengono apprezzate soprattutto dagli "amici emigrati molfettesi" sparsi nei cinque continenti.

Nel 1716, il Vescovo di Bisceglie, Mons. Pompeo Sarnelli, scriveva «che oltre alle tre solite Processioni delle Rogazioni» nelle città marittime di Terra di Bari se ne celebrava «una più solenne nello stesso giorno della SS. Ascensione».

Riportava, inoltre, una serie di notizie riguardanti l’origine di quella consuetudine, che serviva a preparare gli uomini alla festa dell’Ascensione ovvero la festa che segna la fine del¬la permanenza di Gesù, sulla terra, dopo la sua Risurrezione. Mons. Sarnelli proseguiva poi a descrivere la processione: «il Vescovo Pontificalmente benedice una Croce esposta nella porta della marina, che tutti adorano, e poi benedice il mare: indi fa lo stesso alla porta verso terra in quanto alla Croce, e poi benedice la terra; ed in tutto il progresso della Processione si va benedicendo il Popolo, come il Signore benedisse i suoi Discepoli, e gli altri fedeli, che processionalmente si portarono al Monte Oliveto, e colla solenne benedizione del popolo in Chiesa termina la sagra funzione».

La festa dell’Ascensione, ancor oggi, è ricordata nella nostra Città con la posa di una croce, fatta di rami e foglie e adorna dei primi frutti della nuova stagione, a destra sotto l’arco della terra, posizione questa utilizzata dopo l’anno 1971 (e prima del 1979).

La prima testimonianza (molfettese) della processione nel giorno dell’Ascensione risale all’anno 1678. La documentazione contabile del Capitolo Cattedrale di quell’anno, infatti, registra un pagamento (esito) di cinque carlini al sagrestano per la confezione della croce nel giorno dell’Ascensione.

Vent’anni dopo, il 28 maggio 1699, giorno dell’Ascensione, l’Università (intendi: Comune) versò a Bernardo Minicone 5 grana per «haver portato la scala, boffette, sedie et altro al borgo per rimettere la Croce nel giorno dell’Ascenzione conforme il solito, sopra la porta della città». Il 22 maggio 1719, l’Università pagò tale Paolo Cormio per «portare e riportare la scala dalla Chiesa Cattedrale nella porta della Città, per doverci in detta porta mettere la Croce nel giorno dell’Ascensione [18 maggio] di Nostro Signore».

Nel 1726 Mons. Francesco Antonio Salerni, Vescovo di Molfetta, stabilì i percorsi delle processioni da tenersi in città. In particolare, dispose che: «Le altre delle Rogazioni, ordinandosi da Monsignor Illustrissimo... Quella della mattina dell’Ascensione, esce dalla Porta piccola [della Cattedrale], gira per S. Girolamo, per S. Lorenzo [Sant’Orsola], per li Molini [prolungamento Via Morte], esce dal Castello [Largo Municipio] al Borgo, si benedice la Croce alla Porta Maggiore della Città ritorna per il Salvatore alla Catedrale».

Il 18 maggio 1730 l’Università versò al mastro falegname Giuseppe del Basso grana 10 per «aver lavorato la Croce solita mettersi nel giorno dell’Ascensione [18 maggio] sopra la porta della Città». Il 31 maggio 1753 l’Università donò al Rev. Don Mauro Visaggio, sagrestano della Cattedrale, carlini 5 di rame per «aver posto la Croce sopra la porta... nel giorno dell’Ascensione [31 maggio] di Nostro Signore».

Il 7 giugno 1785 l’Università donò un contributo al clerico D. Domenico Squeo, sagrestano della Cattedrale, per aver posto la Croce sopra la porta della Città nel giorno dell’Ascensione [5 maggio] del Signore.

Nel 1971, grazie alla stampa (per i tipi del compianto Angelo Alfonso Mezzina) avvenuta nello stesso anno (1971) dell’opera manoscritta «Kalendaria Vetera Mss., Volumen Secundum» dell’Arciprete Giuseppe Maria Giovene (1753-1837), pubblicata e commentata a cura del defunto Mons. Graziano Bellifemine, si venne a conoscenza che anticamente, nel porre la croce sulla Porta, si recitava pubblicamente la supplica «Civitatem istam omnipotens deus perpetuo tuere praesidio, et cunctum in ea populum commorantem ab hostium insidiis tua protectione defende» che, letteralmente, era l’invocazione a Dio Onnipotente volta ad ottenere una protezione continua sulla città ed una protezione dalle insidie del nemico sulle persone che la abitavano.

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