Caparezza: Vi porto nel bosco della mia fantasia

 

Caparezza: Vi porto nel bosco della mia fantasia

 

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Molfetta, 02/06/2022


Il nostro amico e artista molfettese Michele Salvemini, in arte Caparezza, finalmente è pronto per partire con il suo nuovo spettacolo "Exuvia tour 2022".
Anche noi dell'Associazione Oll Muvi, affermata nel mondo come I Love Molfetta, pensiamo che sarà un'occasione unica a cui partecipare assolutamente!


Condividiamo una parte dell'intervista realizzata al Tgcom24 by Mediaset

Dopo una serie di rinvii estenuante a causa della pandemia, finalmente Caparezza torna ad abbracciare il proprio pubblico dal vivo. Parte il 25 giugno da Treviso l'"Exuvia Estate 2022", il tour incentrato sull'ultimo album "Exuvia", uscito l'anno scorso. "Sarà un vero e proprio spettacolo, dove ogni canzone avrà il suo corredo scenografico - spiega a Tgcom24 -. E poi sarà l'unica occasione di vederlo dal vivo perchè non ci sarà una ripresa in autunno e inverno".


Venti date (alcune già sold out) su e giù per l'Italia, soprattutto nell'ambito di Festival estivi per uno spettacolo che sarà nella tradizione di quelli a cui ci ha abituato l'artista pugliese: tutto tranne che banale. Sul palco accanto a lui ci sarà la band formata da Rino Corrieri (batteria), Giovanni Astorino (basso), Alfredo Ferrero (Chitarra), Gaetano Camporeale (tastiere) e Diego Perrone (voce) con l'aggiunta dei performer Pasqualino Beltempo (anche coreografo), Cristina Siciliano, Brian Boccuni e Mariangela Aruanno.

In un post su Instagram, hai ironicamente scritto che "Si vociferano cose incredibili"... Cosa dobbiamo aspettarci?

Intanto sarà uno spettacolo. A me piace mescolare la musica con del teatro, con qualcosa da vedere, con dei visual, e soprattutto con molta scenografia. Che se vogliamo è un po’ un richiamo d’infanzia. Perchè io penso ancora di nutrire quel fanciullino Pascoliano che pascola dentro di me. Penso che la creatività nasca dall’infanzia, da come riusciamo a prendere dei tappi di sughero e a farli colloquiare tra loro. Cerco di portare sul palco questa visione in modo tale da far diventare fisici i pezzi che eseguo. Quasi ogni canzone di questo spettacolo avrà un suo corredo di scenografia. In più avremo quattro performer che arrivano dal mondo del musical che arricchiranno quindi dal punto di vista della presenza scenica. Sarà uno spettacolo piuttosto complesso da portare in giro.

Quando hai presentato l'album "Exuvia", per forza di cose a distanza per il Covid, avevi creato un percorso virtuale in cui si attraversava un bosco canzone dopo canzone. Anche lo spettacolo avrà un filo conduttore?

Sì, c’è ed è fondamentalmente il rito di passaggio. Di questo parla l’album, Exuvia significa rito di passaggio così come lo simboleggia l’immagine di copertina. Nelle culture i riti di passaggio sono davvero tanti. Nella maggior parte dei casi sono cronologicamente coerenti, in altri casi questo cammino viene accelerato e possono essere cambiamenti dolorosi. In tutto questo, per quanto mi riguarda, c’è in gioco anche una coerenza da mantenere, cosa che è sempre più difficile da fare.

E sul palco questi concetti come si concretizzano?

Vengono sciorinati all’interno di un contenitore che altro non è che il bosco. E contrariamente a quello che accade in un palazzetto questo risentirà anche dell’ambiente esterno: se fa freddo fa freddo nel bosco, se fa caldo farà caldo nel bosco. Tutto questo rende tutto più vero. E poi a me piace mettere degli steccati attorno alle mie idee, perchè mi danno la possibilità di esprimerle al meglio. Ho bisogno delle regole per giocare e me le autoimpongo.

Il tour era stato pensato per luoghi chiusi, invece lo dovrai portare in situazioni diverse e all’aperto. Hai dovuto cambiare qualcosa o sei riuscito a mantenere il concept originario?

Abbiamo salvato quasi tutto. Ovviamente il tipo di atmosfera è diverso, ma non è detto che sia è migliore o peggiore. Il vantaggio dello spettacolo estivo è che si respira un’aria di frenesia e di liberazione tipica dell’estate, del volersi scrollarsi di dosso un po’ di cose per un paio di ore. Ho fatto qualche modifica alla scaletta ma questo è normale, io sono noto per essere uno che cambia di continuo le cose.

Abbiamo due anni pesanti da scrollarci di dosso. Ci sarà un’emozione diversa?

Considera che non salgo su un palco dal 2018, quattro anni sono tanti. Anche se so cosa mi succede: nel momento in cui metto il primo piede sul palco della prima data è come se gli ingranaggi riprendessero magicamente a funzionare. Ma sicuramente quello che abbiamo vissuto aumenta la voglia di salire su un palco.

Cosa comprenderà la scaletta?

La parte del leone la farà ovviamente "Exuvia", che peraltro sarà l’unica occasione di poter ascoltare e vedere dal vivo in questa forma perchè non ci sarà una leg invernale del tour.

Come hai incastrato i pezzi vecchi nel concept dell'album?

In genere li inserisco seguendo mie logiche. Una può essere quella di senso tematico, quel pezzo vecchio ha senso in questo concept. Altre le inserisco perchè hanno un senso musicale.

"Exuvia" è un disco importante ed è uscito in un momento difficile. Hai mai pensato di rimandarlo a tempi migliori?

No, perchè per me quando un disco è pronto deve uscire, perchè fotografa un periodo. Poi sarebbe diventato vecchio.

Però lo porti dal vivo un anno dopo l’uscita. Come lo vivi? E' aumentato il tuo distacco rispetto a quei brani?

Molte delle sensazioni malinconiche che avevo durante la stesura dell’album sono diverse. Ho attraversato e attraverso ancora una zona grigia comune a molti della mia età, una sensazione di limbo in cui sembra tutto strano. Un po' mi sembra di vivere una sorta di futuro distopico, un po' c’è la consapevolezza di non essere più il ragazzo con il mondo in pugno, molte persone ti lasciano disilluso. Ora sono nel "fade out" di quelle sensazioni: l'album, come sempre ha un effetto catartico e le emozioni che lo hanno ispirato si stemperano. E’ un album che sento ancora viscerale ma lo ascolto con meno malinconia di quando l'ho concepito.

fonte news www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/caparezza
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