Molfettese e appassionata di cinema incontra Placido

 

Molfettese e appassionata di cinema incontra Placido

 

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Molfetta, 30/06/2021


Tornare a vivere dal vivo emozioni e fare incontri è meraviglioso, ce lo racconta Luciana Giancaspro, molfettese, amante del cinema che ha partecipato ad una rassegna barese. Ha avuto modo anche di incontrare ed ascoltare un grande attore

Ecco il suo racconto:

La rassegna “Registi fuori dagli sche(r)mi”, organizzata presso la Film House dell’Apulia Film Commission, all’interno della Fiera del Levante di Bari, grazie alla sinergia tra Apulia Film Commission e Usak, la nota rivista online di critica cinematografica, è giunta all’ottava edizione.

Si tratta di un festival che ospita alcuni dei maggiori registi nazionali e internazionali, e permette la visione sul grande schermo di tutti quei film spesso poco distribuiti o addirittura misconosciuti e rimasti fuori dal mercato italiano.

Il primo ritorno in presenza, dopo mesi di chiusure di cinema e teatri, viene inaugurato dal grande attore e regista Michele Placido che ha salutato il pubblico appena arrivato ed ha aperto un dibattito a fine proiezione del suo film “ Ovunque sei”.

Il film è stato presentato in concorso alla Sedicesima Mostra Internazionale del cinema di Venezia nel 2004 ed aveva suscitato innumerevoli e veementi critiche da un parte della stampa, era stato invece apprezzato da una parte della critica.
Il film racconta la storia di un uomo ancora giovane ma già stanco della sua vita e desideroso di cambiarla, tanto che quando muore a seguito di un incidente, non se ne accorge e crede di ricominciare da capo.

Il film parte con la narrazione di una storia di vita reale e passa ad una dimensione metafisica dove il protagonista Stefano Accorsi osserva, come un fantasma, tra le mura della sua casa, la sua famiglia i suoi affetti e le conseguenze della sua scomparsa.

La dimensione metafisica e letteraria si intrecciano.
Placido alla regia del film, si ispira a Pirandello, all’enigma novecentesco dell’identità, traspone alte suggestioni nel quotidiano piccolo borghese che molto spesso ritroviamo nel nostro cinema.
La critica è stata severa, ma a ribaltare le carte in tavola è Luigi Abiusi, scrittore, saggista e direttore artistico della Rassegna che invece ha saputo evidenziare il valore artistico del film definendolo “bellissimo film di anime in transito, di sospensioni temporali e di mancanze”.
Gli spettatori hanno mostrato subito di apprezzare il lavoro di regia di Placido con un caloroso applauso a fine proiezione.

Questo primo appuntamento ha permesso agli appassionati di cinema, di rivivere la bellezza della visione di un film all’aperto nelle ore del tramonto.

Michele Placido, oltre a commentare il film e le sue spietate critiche, ha descritto il suo primo approccio al cinema quando la sua mamma lo costringeva insieme ai suoi fratelli tutti pomeriggi ad andare nella sala cinematografica di suo zio e guardare i grandi capolavori dell’epoca.


Trascorreva nel cinema il suo pomeriggio, finchè non vi rimase chiuso per qualche ora, ed incoscientemente si abbandonò a sogni e pensieri di cinema, alimentando così il desiderio di non restare solo spettatore curioso ma protagonista della scena cinematografica italiana. Ho sempre seguito le rassegne di cinema d'autore, non solo in sala ma anche nella piccole associazioni culturali della mia città, ho trovato interessante riprendere un film del 2004 soprattutto perchè osteggiato dalla critica, per metterne in risalto invece le sua qualità, i riferimenti ad un autore di letteratura come Pirandello che nella sua opera più famosa "Uno nessuno e centomila".

Affronta proprio il tema della complessa condizione dell'uomo. Come il protagonista del romanzo, anche Stefano Accorsi, protagonista del film, è fuori dal mondo, lontano dalle persone. Si avverte l'eco delle parole di Pirandello: «muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori».

Oltre a trovare il film, molto coinvolgente a tratti sospeso tra la realtà ed il surreale, ho apprezzato il luogo, una piccola arena all'aperto, che ha permesso di riassaporare la bellezza del grande schermo in un'atmosfera che ci teneva lontani dal trambusto del quotidiano, dal traffico del rientro dopo il lavoro, rendendoci partecipi di quella dimensione quasi fantasmagorica che il film ha messo in risalto.

Le emozioni dal vivo sono tutta una altra cosa, comunicano emozioni vere.

 

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