Molfetta, 14/03/2019
In Puglia arriva la febbre da “corallo”: dopo Monopoli, scoperta una secca di coralligeno anche a Molfetta
Sicuramente non si può parlare di barriera corallina di importante estensione, ma quello che è certo è che anche Molfetta, dopo la scoperta di qualche giorno fa a Monopoli, possiede la sua estensione di coralli.
A darne notizia è stato direttamente il Nucleo Sub Molfetta, che già un anno fa aveva individuato, nelle acque al confine con Giovinazzo, una secca di coralligeni, a circa 1 miglio dalla costa e ad una profondità di circa 18 metri. Dopo la scoperta di alcuni ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari che, a largo di Monopoli, hanno individuato un banco di coralli a circa 50 metri di profondità ( per i quali la Giunta regionale della Puglia, di concerto con le Capitanerie di Porto, sta addirittura pensando di avviare l'iter per creare una nuova area marina protetta), giunge quasi inaspettatamente una notizia che non può che far felici gli amanti dello snorkeling. In una zona discriminata e soprattutto turisticamente “disprezzata” per essere da sempre luogo con la più alta presenza di ordigni bellici, si trova invece una meravigliosa biocostruzione marina estesa per circa un centinaio di metri.
«Sentire parlare di scoperta – ha affermato Daniele Marzella, Presidente del Nucleo Sub Molfetta – di una barriera corallina in quel di Monopoli, ci ha fatto un po’ sorridere. Senza nulla togliere alla spettacolarità della scoperta di Monopoli, è giusto che tutti sappiano che quei coralligeni sono presenti anche a Molfetta, Giovinazzo e probabilmente sino a Bari. Siamo a conoscenza di tale presenza da almeno un anno, ma in questi giorni abbiamo deciso di immergerci nuovamente per fotografare quello che da tempo tutti i sub della nostra zona vedono e ammirano».
Come precisato dal Presidente del Nucleo Sub Molfetta, parlare di vera e propria barriera corallina sarebbe un errore. Bisognerebbe parlare invece di secca di coralligeno, in grado di dar vita ad una vera e propria “oasi” di biodiversità.
«In gergo, quello che è possibile ammirare a largo di Molfetta – ha proseguito Marzella – si definisce “panettone sottomarino” ed indica più precisamente un coralligeno di piattaforma, costituito prevalentemente da alghe calcaree che crescono in condizioni di bassa luminosità e a temperature mediamente basse e costanti».
Tecnicismi che tuttavia non sminuiscono lo spettacolo mozzafiato provato soltanto guadando le foto scattate dai sub con una go-pro, dalla risoluzione non troppo alta. «Come tutti sanno la nostra costa – ha concluso Daniele Marzella – non è particolarmente nota per avere una fondale sabbioso; ebbene in un’area, come quella fotografata, dove invece c’è particolare presenza di sabbia, il coralligeno, detto anche “falso corallo” per il suo rosso intenso, attecchisce in un modo particolare e senza dubbio spettacolare».
fonte La Gazzetta del Mezzogiorno
scritto da Matteo Diamante
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