Molfetta, 18/12/2018
A Molfetta si passa dal Carnevale al Natale. Scomparsa la tradizionale sfilata di carri allegorici, gli artigiani si dedicano alla costruzione e restauro dei presepi
Da anni in città la tradizione legata al carnevale pare completamente estinta. Anche quest’anno non vi saranno sfilate di carri allegorici. Tuttavia l’arte della cartapesta in città esiste ancora grazie ad una genuina tipologia di artigianato vivo, originale e fruttuoso. Gino Cantatore, classe 1975, uno degli ultimi maestri cartapestai che Molfetta può vantare, dopo diverse partecipazioni a carnevali di altre città ha deciso da qualche anno di dedicarsi ad un altro tipo di artigianato, quello legato alla costruzione, assemblaggio e restauro di presepi.
«Sebbene siamo ancora all'inizio del periodo in cui in casa si allestisce il presepe – ha commentato Gino Cantatore - per noi artigiani l'attività è già quasi conclusa in quanto tutti coloro che avevano chiesto un restauro si è rivolto da me già da alcune settimane. Parallelamente tutti i presepi che avevo ideato e costruito sono andati letteralmente a ruba».
Lo stile utilizzato da Cantatore non si ispira a quello dei presepi napoletani nè a quello di altri paesi, ma assume caratteristiche tipiche del territorio, a partire dai materiali utilizzati. «Tutti i presepi che creo dal nulla - ha proseguito - sono costruiti con materiali di risulta, spesso riciclati che riprendono a vivere per una nobile causa. La semplicità rappresenta una caratteristica dei miei presepi, ovvero l’elemento unico che riesce a renderlo tipico, come desidero io».
L’ultima sfilata di carri allegorici a Molfetta si tenne nel 2012: da allora nessuna delle amministrazioni comunali che si sono succedute ha ripreso fra le mani una tradizione antica. «Il passaggio dal Carnevale al Natale – ha proseguito l’artigiano– per me non rappresenta affatto un ripiego, in quanto mi ha permesso di riprendere un’attività molto sentita a Molfetta, tanto che è difficile trovare un molfettese non interessato ai presepi. Non nascondo però tutto il mio risentimento per il fatto che in questa città si è deciso di non puntare su un momento tipico e tradizionale come il Carnevale».
Un lavoro, quello di Cantatore, che non si limita soltanto a creare e restaurare, ma si avvia sempre di più verso la formazione e l’insegnamento di un’arte che non deve perdersi. «E’ da tempo – ha concluso - che organizzo presso la mia bottega, gratuitamente, dei corsi per l'apprendimento di un'arte che non si può pretendere di imparare da grandi; al contrario, deve nascere sin da piccoli, per poi essere perfezionata in età adolescenziale».
fonte La Gazzetta del Mezzogiorno Ed. Bari
scritto da Matteo Diamante
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