Ho conosciuto don Tonino....

 

Ho conosciuto don Tonino....

 

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Molfetta, 16/04/2018


«Ho conosciuto don Tonino quando era in vita e l’ho conosciuto ancora di più durante la mia malattia».

Comincia così il racconto di Nicola Muggeo, 43 anni, da sempre impegnato nella Chiesa ed innamorato di don Tonino Bello, nel nome del quale già negli anni dopo la sua morte fonda un gruppo di preghiera Semi di speranza.

«Avevo 25 anni – dice - quando ho scoperto di avere un tumore. L’ho scoperto per caso. Tutto è avvenuto come conseguenza di una pallonata che mi aveva procurato uno stato di malessere decisamente esagerato rispetto al fatto in se’. Di qui gli accertamenti, il ricovero in ospedale e l’intervento per rimuovere una massa tumorale di sei centimetri. I medici mi hanno detto subito che la mia situazione era piuttosto critica. Tanto che temevano che il mio corpo potesse essere pieno di metastasi. Per questo, prima di cominciare eventuali cicli di chemio, ho dovuto fare una tac. E di metastasi ne sono state individuate due tra l’aorta e la succlavia. Per rimuoverle avrei dovuto sottopormi ad un altro intervento chirurgico, molto delicato, e poi, qualora tutto fosse andato bene, a numerosi cicli di chemio».


«In quei giorni – continua - ero davvero spaventato anche se non ho mai dato a vedere nulla. Ed erano davvero in pochi a conoscere i fatti. Accanto a me, sin dall’inizio della malattia, ho sentito sempre don Tonino. Mi mancavano i pellegrinaggi che organizzavo, con la parrocchia e il mio gruppo Semi di speranza, ad Alessano sulla sua tomba. Ma lo sentivo accanto a me e questo mi dava forza. Una notte l’ho sognato. Ho sognato che mi faceva dono della croce di legno che portava al collo. E mi diceva: tienila, poi me la restituirai domenica 14 marzo. Io non ho capito cosa volesse dire e neppure cosa volesse significare quella data. Poi ho dovuto affrontare il mio cammino e un po’ quel sogno l’ho messo da parte».

Nicola dopo il secondo intervento affronta la chemio. I cicli a cui deve sottoporsi sono numerosi. Ma il suo corpo sembra reagire bene. Tanto che quasi due anni dopo l’inizio del suo viaggio della malattia i medici gli dicono che i suoi valori sono tornati normali. Il tumore sembra sconfitto. A partire da quel momento dovrà sottoporsi a controlli periodici. Nicola comincia a riprendersi. Torna ad essere super attivo in parrocchia. E decide di tornare ad organizzare pellegrinaggi sulla tomba di don Tonino. Ne parla con il suo parroco e si punta alla seconda domenica di marzo di quell’anno come prima data utile.

«E’ quando ho preso il calendario che ho capito. Il primo mio pellegrinaggio ad Alessano dopo la malattia sarebbe caduto il 14 marzo. E mi sono ricordato delle parole di don Tonino nel sogno che avevo fatto anni prima. Quel 14 marzo gli avrei restituito la croce».

fonte La Gazzetta del Mezzogiorno Ed.Bari
scritta da Lucrezia d'Ambrosio

 

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