
Molfetta, 11/01/2018
Fede e musica si fondono in un concerto per dare voce agli insegnamenti di don Tonino Bello, indimenticato Vescovo di Molfetta di cui è in corso il processo di beatificazione. Il sognatore di Dio, colui che è sempre stato al fianco degli ultimi, ha ispirato alcuni giovani che con lui condivisero momenti di preghiera, di confronto e di dialogo. È nata così la Diolovuole band, che rappresenta una testimonianza forte dell’esistenza cristiana del «fratello vescovo, povero con i poveri», come don Tonino stesso si definiva.
L’idea è venuta nel 2012 a Pasquale Minuto, 50enne imprenditore molfettese: quand’era ragazzo ebbe modo di conoscere da vicino don Tonino.
"Il suo messaggio di pace, di fratellanza è rimasto scolpito nel nostro animo e nella nostra mente", racconta. "Gli siamo sempre grati per averci trasmesso i valori della cristianità e della solidarietà. A 14 anni frequentavo assiduamente la parrocchia e spesso, insieme altri giovani, ci trovavamo a tu pe con don Tonino, persona splendida, umile e carismatica. Tra l’altro anche appassionato di musica oltre che un bravo fisarmonicista: a Natale in seminario preparavamo con lui i canti. Così ho pensato di costituire un gruppo musicale che attraverso le canzoni potesse dare un segnale importante dell'eredità spirituale e religiosa che ci ha lasciato il nostro vescovo"
Cerchiamo, per mezzo della musica, di diffondere uno dei messaggi più efficaci di don Tonino, specie quando si rivolgeva a noi giovani: “Amate la gente senza chiedere nulla in cambio, anche quando l’altro non vi potrà dare nulla di buono, amatelo”. Siamo un gruppo di ispirazione francescana.
La Diolovuole band è composta da artisti molfettesi, di Bari, Bisceglie e persino di Enna. Un’orchestra omogenea e ben assemblata di cui fanno parte cinque fiati fra trombe e sax, sei voci con ben quattro donne vocalist, due chitarre elettriche, un basso, una batteria e una tastiera. Lo spettacolo è una sorta di “rock cristiano", contrassegnato anche da armoniosi momenti soft.
La prima parte del concerto ha un profilo religioso, si racconta la storia di don Tonino Bello. La seconda, più divertente e ritmata, è all’insegna del rock, del funky e della disco dance, un finale di grande pathos. Cinque anni fa il gruppo ha dato il benvenuto a don Giuseppe Logruosso, di Gravina in Puglia, che tutti chiamano "don Peppe rock”, l’unico sacerdote del complesso, chitarrista nonchè padre spirituale.
Il pezzo che chiude ogni concerto è la celeberrima preghiera di don Tonino, “Dammi, Signore, un’ala di riserva”: «Un’esecuzione che ci prende molto e che coinvolge il pubblico presente», dice don Peppe. «È il nostro inno, la certezza di chi sa di avere, nel volo della vita, un partner grande come Dio».
fonte Credere Gruppo Editoriale San Paolo.
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