
Molfetta, 10/07/2017
E' stato bello ascoltare i racconti di un emigrato molfettese, parlavano di te con una simpatia accattivante. Quando dissi ieri ad Alfredo ( o Onofrio, il suo vero nome ) domani viene Don Giuseppe de Candia a salutarvi in Hotel, rispose: "Ci è u professor mèie ? U so tenèute sempre inde o coere." - a raccontarci questa esperienza è Roberto Pansini, sempre disponibile con chi ritorna nella propria città natia.
Massima puntualità alle 8:30 Don Giuseppe era già in familiare conversazione, presso l'Hotel Garden, con i molfettesi arrivati dagli USA, serena la scena, affabile, quella di amici stati sempre insieme. Sotto i sorrisi e la grande felicità, Alfonso e Carmela e la famiglia della figlia di Carmela con la piccolina, traspariva la considerazione che nessuno aveva dimenticato il tempo di ieri.
Onofrio, detto "u russe" perchè aveva i capelli fulvi, diventati bianchi ma rimasti folti, ricordava gli anni della scuola degli elettrotecnici che funzionava nel Centro Sociale nei pressi della villa comunale, a Molfetta, il cui ultimo direttore di quel centro era don Giuseppe e della famosa ora di religione.
Il professore di Religione, don Giuseppe, qualche volta portava la classe a giocare a pallone nel vicino campo di calcio. Onofrio ricordava di un famoso tiro al pallone finito sul palo, dove il pallone scoppiò, e proprio Don Giuseppe disse: "si scattate ù pallòn e mo èmme spicciate di shequà" , in quei tempi avere un pallone era quasi un lusso.
I racconti di Don Giuseppe si trasferisco ad Hoboken, dove quest'anno ritorna a fare la novena nella chiesa di San Francesco, l'invito di partecipare lo estende a Carmela e Onofrio.
Don Giuseppe ricorda a Carmela che porta il nome della nonna: "quando tua nonna donò la Statua della Madonna dei Martiri, fu una grande festa. Altri emigrati quest’anno offriranno la nuova corona d’oro e la benediremo durante una sera della novena. Voi siete invitati."
A queste parole, Carmela si è asciugato gli occhi mentre diceva, "ci saremo!"
E poi si raccontano le famose paste alla crema della pasticceria de Bari alla terza strada di Hoboken, il club della Molfetta sportiva, le partite di calcio sotto falso nome. Le scarpe rotte e tanta roba da poter far un film.
Gli incontri con gli emigrati che ritornano a respirare l’aria di Molfetta, vanno onorati. Non son degli estranei che passano di qui per curiosità. Chi ritorna, viene per restaurare il cuore.
Speriamo che trovino una città pulita, piccole attenzioni dell’ambiente, sollecitazioni di memoria, di revisioni di passati che si rivivono con dolcezza indefinibile.
Vorrei che si ripetessero nel tempo tanti e tanti incontri, mentre dico un grazie di cuore a Carmela e a Onofrio con un abbraccio da vecchio amico.
Don Giuseppe
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