
Molfetta, 31/05/2017
Il panorama c’è. Il palazzo, a ridosso del centro storico, si affaccia sul porto. Ci sono anche splendide architetture interne ed esterne, volte a crociera, lunghi corridoi, decine di finestre che si affacciano su logge.
E’ qui, a Palazzo Dogana, a Molfetta, lo splendido edificio che il tempo si stava portando via, che presto sarà realizzata una struttura turistico-alberghiera extra lusso.
Lunedì 5 giugno prossimo, alle 11.30, la benedizione del cantiere. Si tratta del secondo progetto nazionale, il primo al sud, di beni immobili dismessi dallo Stato per garantirne la valorizzazione attraverso lo sviluppo turistico.
L’atto di concessione e valorizzazione dell’immobile tra la proprietà, l’agenzia del Demanio, e la società Dogana Vecchia che effettuerà i lavori e gestirà la struttura era stato firmato a dicembre del 2009.
Ora la rinascita del palazzo consegnato alla storia con il nome di “ex Dogana vecchia”, è cominciata.
L’“Ex Dogana Vecchia” è un immobile di grande pregio appartenente al demanio storico-artistico dello Stato, emblema della città di Molfetta, in provincia di Bari. E’ situato nel borgo antico, sul tracciato della prima cinta muraria del nucleo storico di Molfetta, in un contesto unico dal punto di vista architettonico e urbano.
Proprio tra quelle mura, che tra qualche mese ospiteranno una struttura turistico-alberghiera di grande pregio, tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, c’erano l’Episcopio e il Seminario vescovile. Solo alla fine del ‘700, il vescovo chiese, al Governo Borbonico, ed ottenne la possibilità di lasciare la vecchia sede per insediarsi nel Collegio dei Gesuiti, in piazza Giovene, il cui Ordine era stato soppresso. Più tardi, sempre lì, intorno al 1880, si trasferirono gli uffici della Dogana. Quando anche quelli andarono via il Palazzo fu lasciato al suo destino.
Per entrare nel Palazzo, oggi, bisogna attraversare una porticina in ferro consumata dalla ruggine. Il portale di ingresso, immenso, non c’è più. Si vede ancora l’arcata che lo ospitava. Ma tutto è stato murato con chianche di ultima generazione e cemento. Sono murate anche le finestre ai lati del portale. Se si alza lo sguardo è possibile anche vedere quello che resta di uno stemma.
All’interno ci sono duemilacinquecento metri quadrati di superficie calpestabile (muri esclusi) suddivisi su tre piani e, su un lato del palazzo, un interrato che, forse, un tempo, almeno a giudicare dall’architettura, doveva fungere da magazzino del palazzo.
All’interno, nonostante la luce in alcuni punti, sia davvero insufficiente, lo sguardo si perde. E, tra qualche tempo, Palazzo Dogana sarà uno dei punti di forza del centro storico e della sfida che Molfetta lancia allo sviluppo del settore turistico. Il centro storico della città adesso si prepara a cambiare volto davvero.
fonte La Gazzetta del Mezzogiorno
scritto da Lucrezia d'Ambrosio
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