
Molfetta, 06/04/2017
Il testamento Spirituale. Una grande Eredità lasciata a noi Molfettesi di tutto il Mondo.
Colpisce, stupisce, affascina, incuriosisce, il progetto “Con gli occhi di Giulio Cozzoli”, il racconto della vita e del pensiero dello scultore molfettese in cui viene traslato non solo l’ artista, ma anche l’ uomo, visto in tutte le sue sfaccettature.
"Con gli occhi di Giulio Cozzoli" è una sperimentazione in cui teatro, arte, fotografia, animazione multimediale, tradizione e storia locale si fondono per promuovere il ricordo di un grande artista.
Un lavoro - a più mani - nato circa un anno e mezzo fa dalla collaborazione tra il Museo Diocesano di Molfetta ed alcune importanti realtà del territorio, ma ancor più dall’esigenza di mediare i risultati della ricerca storico-artistica e religiosa con il linguaggio accattivate della fotografia, del teatro, dell’animazione grafica.
Un lavoro che, ad onor del vero, affonda le radici in una ricerca decennale condotta sulle opere e sulla vita dello scultore Giulio Cozzoli dal prof. Gaetano Mongelli, accanto all’impegno della Cooperativa FeArt.
Nato come una sperimentazione tra storia dell'arte, teatro, fotografia e animazione digitale, lo spettacolo dedicato allo scultore molfettese Giulio Cozzoli - nel sessantesimo della sua morte - è una bellissima esperienza che ha posto nuovi legami, prospettive, consapevolezze.
Per celebrarne l’arte e l’uomo, la FeArT Soc. Coop. – ente gestore del Museo diocesano di Molfetta – il Teatro dei Cipis e l’associazione DOT Studio, con la preziosa professionalità del fotografo Cosmo Mario Andriani ed il supporto dell’Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero, hanno dato vita ad uno spettacolo multimediale che indaga i celebri simulacri alla luce della vicenda umana ed artistica del noto scultore.
Uno spettacolo Multimediale che racconta il lavoro, la creatività, le riflessioni di un artista impegnato nel rinnovo delle antiche tradizioni legate alla Settimana Santa e nella ideazione del monumentale gruppo scultoreo della Deposizione.
Con la referenza scientifica del prof. Gaetano Mongelli, profondo conoscitore delle opere processionali, le fonti documentarie e le rilevazioni fotografiche si animano nel racconto dell’attore Corrado la Grasta, conducendo gli spettatori a cospetto di un anziano scultore desideroso di consegnare ai molfettesi ed al mondo un patrimonio di arte ben più apprezzabile di quanto i tempi abbiano concesso.
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