La Deposizione di Giulio Cozzoli trasferita al Museo Diocesano di Molfetta

 

La Deposizione di Giulio Cozzoli trasferita al Museo Diocesano di Molfetta

 

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Molfetta, 31/03/2017


La Deposizione, gruppo scultoreo in bronzo, realizzato da Giulio Cozzoli, cambia sede, resta sempre a Molfetta.

A sessant’anni dalla morte dello scultore, lascia i locali della Fabbrica di San Domenico e si trasferisce nel Museo Diocesano di Molfetta. Il “trasferimento”, un trasporto eccezionale considerate le dimensioni del gruppo scultoreo (cm 256 x 238 x 186), è avvenuto nel pomeriggio di martedì 27 marzo.

Per la famiglia Cozzoli «la decisione di trasferire le opere, nel sessantesimo anniversario della morte dello scultore, si configura come un’opportunità per valorizzarne il genio creativo, offrendo ai molfettesi ed ai turisti un’occasione nuova di fruizione di questo prezioso patrimonio». E come dargli torto.

La Deposizione sarà collocata nei pressi dell’ingresso della struttura museale della Diocesi. E nel Museo Diocesano di Molfetta troveranno casa anche le sculture preparatorie ed i bozzetti in gesso di numerosi monumenti realizzati dall’artista molfettese che, sinora, erano depositati nella gipsoteca all’interno della Fabbrica di San Domenico.

«L’allestimento della Deposizione di Cozzoli potrebbe esser concluso – spiegano i responsabili di FeArt, i gestori del museo - i primi di aprile, in un momento forte dell’anno liturgico, la Quaresima, per consentire la meditazione collettiva su questo grandissimo capolavoro di arte e di fede, contestualmente all’inaugurazione di una mostra monografica con numerosi inediti della proficua produzione artistica del maestro molfettese.

Il Museo diocesano si sta attrezzando per accogliere al meglio l’opera più importante di Cozzoli raffigurante la deposizione di Cristo dalla croce con la Vergine Maria, San Giovanni, Maria Maddalena e Giuseppe d’Arimatea. Grazie al sostegno di un benefattore, infatti, saranno effettuati alcuni lavori di riqualificazione della zona antistante l’ingresso, dove il gruppo scultoreo sarà collocato».


Il gruppo scultoreo raffigura il corpo esanime del Cristo nudo, deposto dalla croce e sorretto dalla Madre, da Giovanni Evangelista, da Giuseppe d’Arimatea e dalla Maddalena. Le cinque figure sono realizzate a tutto tondo. In una scena prospettica dal basso verso l’alto, lo spettatore contempla il corpo del Cristo tra le braccia di San Giovanni e di Giuseppe d’Arimatea, mentre il capo è sostenuto dalle mani della Madre e i piedi sorretti dai morbidi capelli della Maddalena inginocchiata.

Le quattro figure, composte nell’esprimere il dolore, sembrano essere in un atteggiamento di adorazione del corpo del Signore. Un corpo anatomicamente perfetto, quello del Cristo, che sembra dormiente, dall’espressione del volto dolce, quasi nell’atto di svegliarsi e aiutato dalle due figure maschili che lo sorreggono a mettersi in piedi.

Per i responsabili del Museo «l’opera che meglio esprime le aspirazioni di uno scultore tra i più importanti del panorama artistico del XX secolo riacquisterà la sua valenza sacra».

fonte La Gazzetta del Mezzogiorno
scritto da Lucrezia d'Ambrosio

 

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