Molfetta, 18/02/2025
Il 15 marzo 1904 dal cantiere dell’ingegnere navale Antonio Donnarumma fu Michele di Torre del Greco fu varato un brigantino goletta chiamato «Papà Cristoforo», nome coincidente con quello di Cristoforo Albanese fu Michele, padre dell’armatore il capitano Bartolomeo Albanese.
Dimensioni del nuovo veliero erano: un ponte, due alberi e bompresso, lunghezza 31,65 m., larghezza 7,32 m., altezza 4,00 m., immersione con carico 3,90 m., immersione in zavorra 2,42 m., tonnellate stazza lorda 185,50, tonnellate stazza netta 161,09. Subito dopo il varo, fu iscritto “per nuova costruzione” al n. 198 del registro matricole del Compartimento marittimo di Napoli. L’anno successivo (1905) transitò al n. 422 della matricola dei legni del Compartimento marittimo di Torre del Greco.
Ancora una preziosa ricerca del nostro amico Corrado Pisani, appassionato della storia molfettese, noi dell'Associazione Oll Muvi, noti con il brand "I Love Molfetta", attraverso il nostro sito web ilovemolfetta.it, ospitiamo e condividiamo con piacere il prezioso lavoro di Corrado Pisani, affinchè non si perda la memoria. A tutti Voi buona lettura.
Nel 1910 il brigantino goletta, in navigazione da Civitavecchia con destinazione Barletta, subì un sinistro marittimo a Gallipoli, come certifica un “verbale di avaria e di naufragio”, redatto in data 24 agosto 1910 presso la Pretura di Gallipoli. In questo periodo eseguiva viaggi a nolo con una tariffa di lire 12 la tonnellata.
Nell’agosto del 1911 i fratelli Palomba (Giuseppe, Michele e Giovanni) acquistarono carati 18 (carati 6 per ciascuno) del brigantino Papà Cristoforo. Il seguente 4 dicembre 1911 al veliero fu rilasciato un nuovo atto di nazionalità “per cambio di nome” perchè ribattezzato «Papà Michele», in ricordo del padre (Michele Palomba) dei nuovi proprietari. Armatore e Capitano erano Giovanni Albanese fu Michele e Giuseppe Palomba fu Michele.
Nel 1913 l’unità, di proprietà degli armatori Albanese & fratelli Palomba, era comandata dal Capitano G. Palomba. Nel triennio 1924-26 armatore era la signora Elisabetta Gentile fu Raffaele.
Nel 1926 il veliero si trovò coinvolto in un’operazione di salvataggio in mare. Il Corriere della Sera dell’11 settembre 1926, a pag. 2, così riporta l’episodio: “Un idrovolante salvato da un veliero - Palermo, 10 settembre, notte. Un ardito salvataggio è stato compiuto nelle acque di Marsala. Una squadriglia di idrovolanti compiva un giro di esercitazioni da Cagliari a Marsala quando all’altezza dell’isola Marittima [intendi Marettimo] l’apparecchio pilotato dal tenente Linarola e con a bordo un motorista era costretto ad ammarare. Frattanto il mare tempestoso e le onde violente rendevano pericolosa la sorte dell’apparecchio. Gli altri componenti la squadriglia, impossibilitati a recare soccorso ai compagni pericolanti, si portarono s bassissima quota per avvertire l’equipaggio del veliero «Papà Michele» di passaggio in quelle acque. Il comandante del piccolo veliero riuscì ad avvicinarsi all’apparecchio e a raggiungerlo a mezzo di una barca a remi traendo in salvo pilota e motorista. Più difficile riuscì il tentativo di ricuperare l’apparecchio. Per tre volte la tempesta furibonda spezzava le funi di rimorchio. Per due giorni e due notti l’equipaggio del «Papà Michele» lottando strenuamente ha conteso al mare l’apparecchio che frattanto si era capovolto rendendo ancor più difficile la navigazione e la manovra. Finalmente, con l’aiuto di un rimorchiatore giunto da Marsala, il movimentato salvataggio veniva condotto a termine”.
Il 22 maggio 1930, per atto rogato da notar Camillo Civitto di Torre del Greco, i signori Giovanni Palomba fu Michele, Maria Bianco fu Michele, Michele Palomba fu Michele, Elisa Palomba di Giovanni, proprietari di sei carati ciascuno e tutti domiciliati a Torre del Greco, vendettero l’intero veliero per 92.000 lire ai molfettesi Giovanni Vitulano fu Andrea, Nicola Salvemini di Raffaele, Celestino Balacco di Michele e Giovanni Augenti di Paolo, per sei carati ciascuno.
Il 28 agosto 1930, proveniente dal n. 422 del Compartimento marittimo di Torre del Greco, il brigantino goletta fu iscritto al n. 826 del Registro matricola del Circondario marittimo di Molfetta. L’incarico di armatore fu assegnato al signor Vitulano.
Nel settembre del 1931 a bordo fu installato un motore a c.i., marca SATIMA, a due tempi, due cilindri, diametro mm. 250, corsa mm. 300, potenza 50 HP. In questo periodo sul natante fu posta una ipoteca del valore di 52.355 lire nei confronti della Società Anonima Triestina “SATIMA”. Dopo l’installazione del motore, il veliero fu nuovamente stazzato e risultò possedere i seguenti valori: t.s.l. 185,50; t.s.n. 146,14. L’11 dicembre 1931 fu rilasciato un atto di nazionalità “per cambio di tipo e stazza”.
Il 22 gennaio 1934 armatore divenne Nicola Salvemini di Raffaele. Il seguente 14 aprile, per atto di notar Sergio Azzarita, in Molfetta, il signor Vitulano vendette carati tre al signor Augenti, per il prezzo di 2.000 lire.
Il 17 agosto 1936 armatore divenne il capitano Paolo De Gennaro fu Giuseppe (m. 3 aprile 1946). Il 16 marzo 1937, per atto di notar Sergio Azzarita, il signor Vitulano vendette carati 3 a favore del signor Marino Tattoli fu Ignazio, per il prezzo di 3.750 lire. Il 3 novembre 1938, per atto dello stesso notar Azzarita, il signor Balacco vendette per lire 14.000 carati 6 a favore della signora Giuseppina Annese di Salvatore, moglie di Paolo De Gennaro, domiciliata in Molfetta.
Il 17 dicembre 1941 il M/v. partì da Brindisi per Durazzo con un carico di 203 tonnellate di merce varia. Giunse a destinazione dopo il 31 dicembre 1941.
Alle ore 08.00 del 23 febbraio 1942, il motoveliero «Papà Michele» fu requisito a Molfetta e inscritto nel ruolo del N.A.S., nella categoria «navi onerarie». Dalle ore 10.00 del 21 dicembre 1943 fu derequisito e cancellato dal ruolo del Naviglio Ausiliario dello Stato (NAS).
Dopo l’armistizio fu requisito dagli anglo-americani e batteva bandiera inglese. Espletava servizio tra Brindisi e Durazzo, trasportando alimenti, vestiti e altri rifornimenti vari per conto della United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRRA) ossia Agenzia delle Nazioni Unite per soccorrere le vittime della guerra e per la ricostruzione dei paesi europei, organizzazione internazionale con sede a Washington, istituita il 9 novembre del 1943 sciolta il 3 dicembre 1947.
Dal 21 maggio 1946 (al 16 febbraio 1951) armatore dell’unità fu il signor Giovanni Augenti fu Paolo. Il 15 ottobre 1948, per atto di notar Giorgio Albanese di Bisceglie, la signora Giuseppina Annese vendette per lire 90.000 i suoi sei carati al signor Gennaro Gadaleta di Marcantonio. In pari data e con il medesimo atto, il signor Giovanni Augenti vendette per lire 30.000 due (dei suoi nove) carati a favore dei signor Nicola Salvemini e Gennaro Gadaleta, un carato ciascuno.
Nel 1949 il natante fu munito di un nuovo motore a c.i., diesel a quattro tempi, costruito a Genova-Sampierdarena dalla ANSALDO S.p.A., quattro cilindri, diametro mm. 215, corsa mm. 310, a 375 giri al 1° e della potenza di 100 cavalli asse. A seguito del cambio del motore il veliero il 1° luglio del 1949 fu nuovamente stazzato. Risultò essere di t.s.n. 143,19 ed avere velocità di 7,88 miglia.
Il 18 febbraio 1951 armatore divenne Gennaro Gadaleta di Marcantonio. Il successivo 8 ottobre 1951 altro armatore fu nominato Corrado De Gennaro fu Cosmo (revocato il 29 ottobre 1958). Il 15 dicembre 1951, per atto di notar Nicola Fontana di Molfetta, il signor Augenti vendette per lire 400.000 i suoi carati 7 alla signora Giacoma Ancona di Francesco. Dopo questa compravendita la proprietà del natante era così ripartita: Marino Tattoli (per carati 3) e Nicola Salvemini, Gennaro Gadaleta e Giacoma Ancona, tutti e tre per carati 7 ciascuno.
La mattina del 16 marzo 1950 il motoveliero riportò a Molfetta otto componenti del motopesca «Giocondo», affondato presso l’isola di Cazza (Sušac, Croazia). Perduto l’orientamento, il Giocondo aveva urtato contro la scogliera a causa della fitta nebbia.
Due anni dopo (1953) il motoveliero fu munito di un altro nuovo motore a c.i., diesel a quattro tempi a s.e., costruito a Milano dalla O.M. S.p.A. nel 1952, quattro cilindri, diametro mm. 210, corsa mm. 300, potenza 135 HP a 500 giri al 1°, velocità 9 miglia (mg). A seguito dell’ennesima sostituzione del motore, il natante il 14 ottobre 1953 fu di nuovo stazzato e risultò possedere una stazza netta pari a 142,86 tonnellate. Il 25 marzo del 1958 fu eseguita ancora un’altra operazione di stazzatura. Furono misurati i seguenti valori: t.s.l. 199,98; t.s.n. 147,60. Il 30 ottobre 1958 armatore divenne Sergio Salvemini fu Sabino.
Nell’aprile del 1966, mentre navigava verso un porto slavo per caricare legname, il giorno 26 il peschereccio italiano «Papà Michele» si incendiò ed affondò (Latitudine 42° 15' Nord, Longitudine 16° 50' Est) in acque slave presso le isole di Pelagosa (Palagruža, Croazia), piccolo arcipelago situato tra le isole e l’isola di Lagosta (Lastovo, in Croazia). L’incendio che provocò il sinistro si sviluppò nel locale apparato motore. I cinque marinai di equipaggio furono tratti in salvo dal mercantile italiano “Sebastiano Caboto”. Secondo le autorità portuali di Spalato (Split) l’incidente era avvenuto nel pomeriggio del 26, mentre il mare era spazzato da una “bora” che spirava a 100 chilometri l’ora.
In data 8 maggio 1967, per scrittura privata vergata da notar Domenico Colella, l’armatore Sergio Salvemini, a seguito della perdita di detto motoveliero avvenuto per naufragio a trenta miglia a sud dell’isola di Lagosta, fece dichiarazione ed atto di abbandono del suddetto natante, ai sensi ed agli effetti degli Artt. 543 e seguenti, e 250 e seguenti del Codice della Navigazione, in favore del “Llyod Italico e L’Ancora”, compagnia di Assicurazioni e Riassicurazione, sedente in Genova e per essa all’Agenzia Generale G. De Spirt sedente in Venezia, con la quale il natante era coperto di assicurazione marittima, sopra corpo ed attrezzi del natante stesso, per 6.000.000 di lire.
Il 1° giugno 1967, per atto di notar Bruno Marelli di Mestre, Giuseppe De Spirt s.n.c. con sede in Venezia, Agente Generale della Società Lloyd Italico e L’Ancora, contestò la validità dell’abbandono del natante ai sensi dell’Art. 546 e correlativi del Codice della Navigazione e rigettò l’abbandono stesso ad ogni effetto di legge.
Il 3 agosto 1967 il motoveliero fu cancellato dal registro matricola del Compartimento marittimo di Molfetta (istituito dal giorno 10 aprile 1964, giusta Art. 1 del D.P.R. 22 ottobre 1963, n° 1736, pubblicato sulla G.U. della Repubblica Italiana del 9 dicembre 1963, n° 319).
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