Molfetta, 26/01/2024
comunicato stampa
Coplas a lo Divino è il titolo di una delle più significative raccolte di liriche del mistico religioso spagnolo Juan de la Cruz, poeta straordinario e uomo di lettere il quale è stato retoricamente e poeticamente collegato con la musica di Antonio de Cabezon, l’organista di Carlo V, ed altri grandi musicisti nel mondo della musica sacra del cosiddetto “Siglo de Oro” della Spagna e della sua arte, il 16° secolo.
In questo contesto, i due compositori Claudio Astronio e Maria Pia De Vito, insieme a Paolo Fresu e Michel Godard, danno vita ad un caleidoscopio dove gli antichi Tenor gregoriani e i bassi ostinati, rimpiazzano i moderni pattern del jazz in un gioco al contrario tra gli stereotipi della musica antica e l’approccio non-accademico e puro di musicisti jazz di oggi.
Un progetto discografico dell’Orchestra a Fiati “Francesco Peruzzi” vede quest’anno l’inserimento delle marce d’autore, prototipi della sterminata produzione, che nel corso dell’Ottocento, si è andata formando pian piano, arricchendo il catalogo delle nostre bande cittadine.
Nel XIX secolo i compositori continuarono a utilizzare la forma della marcia funebre declinandola in composizioni dotte (si pensi all’Eroica di Beethoven, o alla Sonata op. 35 n. 2 di Chopin), o legata a eventi cerimoniali, e quindi come componimento a sè stante, con l’utilizzo di grandi orchestre di fiati.
La presenza, in questo CD, delle marce di Chopin e Ponchielli accostate a quelle di Calò e Picca consente di constatare la dipendenza della produzione periferica dai modelli dei compositori maggiori.
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