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Mègghie com’è sciaute: commedia in vernacolo molfettese


Mègghie com’è sciaute: commedia in vernacolo molfettese MOLFETTA 01/08/2010
Il Collettivo di Teatro Popolare Molfettese “Dino La Rocca” guidato dal Presidente Francesco Lo Basso, dopo il grande successo ottenuto il 7-8-9 gennaio 2010 presso il teatro Odeon con la commedia “Mègghie com’è sciaute” e dopo i grandi riconoscimenti ricevuti nel corrente anno, con l’inserimento dell’azione scenica bilingue di Orazio Panunzio “Addolorata”, nel cartellone nazionale della Giornata mondiale del teatro istituita dal Governo con decreto del Consiglio dei Ministri del 6 novembre 2009, proclamata per il 27 marzo 2010 e dopo il grande riconoscimento ricevuto il 18 giugno 2010, dall’Altra Molfetta ne “L’Altro Premio 2010”, come ormai tradizione, per consentire, alle comunità molfettesi sparse in Italia e nel mondo che rientrano nella propria città per trascorrere le loro vacanze, di rivivere concezioni culturali e valori sociali di un tempo, rappresenterà, all’Anfiteatro di Ponente, nell’ambito dell’Estate Molfettese 2010, questa domenica, 1 agosto, la commedia dialettale in tre atti : "mègghie com’è sciaute " scritta da Michele de Candia.
La commedia affronta un tema che prima o poi riguarda molte famiglie: la “gestione” degli anziani ed i problemi ad essa connessi.
Il protagonista “nonno Peppino”, ospitato a turno in casa dei due figli fra i malumori delle nuore, si rende conto, suo malgrado, di come la discriminante fra essere un peso o un ospite conteso è costituita dalla sua condizione economica; e di come anche solidi rapporti familiari vengano messi a dura prova (se non sfaldati malamente), in ossequio al dio denaro.
Illuminante, a tal proposito, il monologo finale del protagonista in cui, fra un accenno di autocritica ed una amara consapevolezza che la prospettiva di una eredità aiuta a rimarginare più rapidamente la ferita per una perdita, emerge quella che può considerarsi una regola empirica non scritta ma difficile da confutare: “chi ha rispettato i propri genitori è molto probabile che riceverà il rispetto dei propri figli”. Fra situazioni e personaggi divertenti, nel solco della tradizione dialettale molfettese, viene offerto allo spettatore uno spaccato di vita familiare in cui molti potranno riconoscere scorci di episodi vissuti in prima persona.
I contenuti del testo metteranno lo spettatore nelle condizioni di ricordare situazioni sociali ed ambientali rivenienti dalla storia di Molfetta stimolandoli, così, al dibattito sulla validità o meno di mantenere la propria identità culturale.
 


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