Mi sono trasferito a Modugno ma alla Madonna dei Martiri ci ritorno |
MOLFETTA 19/07/2020 Quest'oggi noi dell'Associazione Oll Muvi, meglio conosciuta come I Love Molfetta, condividiamo il racconto tra Don Giuseppe e una sua vecchia conoscenza, incontrata per caso, dopo diversi anni, a Molfetta all'esterno della Basilica. Piccolo dettaglio insieme raggiungono quasi 200 anni. Spesso aspetto l’apertura della Basilica della Madonna dei Martiri per salutare la Madonna con i Vespri e ritornare al solito. Ho fatto una certa amicizia con degli anziani che trascorrono seduti alla gradinata della chiesa le ore più calde raccontando di ieri e di oggi. Un pomeriggio parcheggia nelle vicinanze una macchina. Una gentile signora accompagna fuori del mezzo i suoi genitori anziani, fornisce loro delle sedie e si accomodano in attesa dell’apertura della chiesa 16,30. Mentre la mamma parla della sua devozione alla Madonna, il papà con tanto di occhiali neri racconta ad alta voce di Molfetta, la sua città lasciata per lavoro per trasferirsi a Modugno. Fermo la recita del vespro e ascolto estasiato il racconto accorato del vecchietto, ritto come la stecca di un bigliardo che si appoggia ad un bastone. Prendo coraggio, mi presento e impongo al signore: "togliti gli occhiali". Meravigliato grido: tu sei Bonadies. L’uomo già pallido per l’età, impallidisce di più. Si riprende e aggiunge: ho 92 anni, sono figlio del sacrestano della chiesa nuova, Marino, e tu sei don Giuseppe un po’ più piccolo di me. Mi sono trasferito a Modugno come impiegato delle poste ma alla Madonna dei Martiri vengo quasi ogni sabato. In pochi minuti la figlia di Antonio racconta la vita del padre. Entrò nelle poste come postino e qui tutti i contorni dell’assunzione con nomi e cognomi aggiunti da Antonio. Non aveva i titoli di studio necessari per far carriera. Studiò. Prese la terza media. Diventò impiegato. Così è andato in pensione. In pochi minuti ho vissuto intensamente parte della mia fanciullezza. Del padre di Antonio, imbianchino e poi sacrestano, ho un ricordo affettuoso. Negli anni 30 nella parrocchia Immacolata si cantavano alla prim’ora (alle 6:00) le Messe alla Palestina. Tre ragazzi, Nicola Annese, Giuseppe Altomare ed io venivamo prelevati dalle nostre abitazioni da Marino e accompagnati a cantare. Alla stagione buona, il Parroco ci riempiva le tasche di "castègne du prèvete." Don Giuseppe de Candia Non mancheranno altre storie da documentare con foto e raccontare con le emozioni, continuate a seguirci faremo il possibile. Stay Tuned |
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