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Un sogno realizzato: cantare sul palco dell'Hoboken Italian Festival


Un sogno realizzato: cantare sul palco dell'Hoboken Italian Festival MOLFETTA 21/09/2015

Quest'anno il 13 settembre 2015 credo di aver vissuto l'esperienza più bella della mia vita in assoluto: ho avuto il grande onore di esibirmi su un palco, fra i più famosi nel mondo, quello del Frank Sinatra Park ad Hoboken nel New Jersey. In questa città nacque e mosse i primi passi della sua carriera proprio lui, il mito della musica jazz, al quale il parco è dedicato e per me, che della mia passione vorrei farne una carriera importante come la sua, cantare in questo posto meraviglioso ha significato realizzare un sogno.

Hoboken è anche il posto in cui, molti dei miei concittadini hanno cercato fortuna decenni fa. Č stata la comunità in cui tutti i nostri emigranti hanno posato le loro valigie di cartone, nella speranza di una vita migliore, seppur lontani dalla propria terra e dalle proprie famiglie.

La comunitį dei molfettesi è stata la prima tappa di questo mio breve ma intenso viaggio negli States. Appena entrata in questo Club, mi son sentita un pesce fuor d'acqua. Pensavo sarebbe stato difficile conquistare la loro stima e il loro affetto in virtù del fatto che molti di loro portano ancora con sè usi e costumi degli anni in cui hanno lasciato Molfetta.

Inizialmente hanno pensato non fossi una molfettese doc come loro, visto il colore della mia pelle, ma è bastata una sola frase, perfettamente pronunciata nel nostro dialetto, per conquistarli completamente. In pochi minuti ero accerchiata da molti di loro che con sorrisi e battute mi hanno letteralmente accolta nella loro famiglia d'oltre oceano. Una sorpresa per me, incredibilmente piacevole.

Col passare dei giorni, il loro affetto, i loro abbracci e i loro sorrisi sono diventati qualcosa di cui ero orgogliosa e mi son resa conto di quanto queste persone, nonostante abbiano ricostruito le loro vite in una terra incredibilmente ricca di prospettive e offerte, da ogni punto di vista, custodiscano nei loro cuori mamma Molfetta. Sì, perchè pensano alla loro città natia come un figlio alla propria mamma lontana. Leggevo nei loro occhi luccicanti il profondo affetto, la malinconia di tempi andati, la voglia di conoscere come la nostra città si è evoluta nel tempo. Alcuni di loro non ci tornano dai tempi delle famose valigie di cartone, altri ci sono tornati e hanno scoperto una città nuova.

La festa della Madonna dei Martiri, ad Hoboken, è una delle tradizioni che loro hanno hanno mantenuto nel tempo con costanza e dedizione. Mi ha sorpreso apprendere che il prossimo anno saranno ben 90 anni che questa festa vive nel New Jersey.

La loro fede per la Madonna è così forte da sembrare quasi più sentita che nel nostro paese. L'organizzazione comincia già a gennaio di ogni anno. Ogni cosa deve essere perfetta e assolutamente riecheggiante la festa originale della nostra Molfetta, dalla novena, alla vestizione della Madonna, al percorso in processione della stessa, imbarcata su una nave e portata in giro sul fiume Hudson, come per la nostra nel meraviglioso porto.

L'ultimo giorno della festa, mi hanno quindi concesso l'onore di esibirmi su questo fantastico palco del Frank Sinatra Park. Inutile descrivere l'ansia da palcoscenico precedente l'esibizione; alla normale ansia si è aggiunto qualcosa di meravigliosamente emozionante. Alle mie spalle, coloro i quali affettuosamente e curiosamente sono venuti ad ascoltarmi, potevano godere di uno dei più "amazing" sky line di Manhattan.

Una linea interminabile di luci che si estendevano in lunghezza e in altezza. Riaprendo gli occhi dopo la mia esibizione, le luci erano dritte di fronte a me, erano gli occhi luccicanti, colmi di lacrime e commossa felicitį, di tutta la grande famiglia di molfettesi, che mi hanno avvolto con complimenti, sorrisi e abbracci calorosi. Descrivere che grande emozione ho provato con semplici parole, non è semplice. Viverlo è stato gratificante da ogni punto di vista.

Ringrazio ognuno di loro per l'affetto e la stima dimostratami, tale da chiedermi anche una foto ricordo con tutti i membri del gruppo il giorno successivo. Sono stata la prima donna ad avere avuto questo immenso onore.

Doveroso da parte mia è un particolare ringraziamento ad una persona che in poco tempo mi ha offerto la possibilità di vivere questo sogno; una persona che ha creduto in me e con l'orgoglio nel cuore mi ha proposta ai loro occhi e le loro orecchie, sicuro del fatto che non avrei fallito: Roberto Pansini.
La sua singolare caparbietà nell'inseguire i sogni, la serietà e la convinzione che ha dimostrato nella collaborazione con questa grande famiglia di straordinari molfettesi per la realizzazione di questa ultima festa, nella quale è riuscito a portare fin negli States le luminarie molfettesi attraverso il progetto "Crowdfunding. Illuminiamo la tradizione", sono stati per me un esempio e un insegnamento per il futuro, data la mia giovane età.


E per concludere con una citazione, " The best is yet to come " (Il meglio deve ancora venire) scritta dal grande the Voice, Frank Sinatra.

Grazie di cuore.
Nestia Abbattista.
 


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