Don Tonino aveva per tutti una parola di consolazione e di coraggio |
MOLFETTA 21/05/2014 La conversione di Fabrizio Gatta, il noto conduttore di Linea Blu e Linea Verde passa dal Salento. Il famoso presentatore racconta come, nel suo cammino di fede, sia stato importantissimo il suo incontro con don Tonino Bello. “L’incontro con don Tonino Bello”, ci conferma Fabrizio Gatta, “è stata un’illuminazione forte. E’ stato da allora che ho messo l’anello con il Padre Nostro al dito e non l’ho mai più tolto”. Questo “incontro” è avvenuto in particolar modo nel maggio del 2011. Fabrizio Gatta aveva chiesto alla direttrice della rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge, Carmen Mancarella di proporgli alcuni luoghi meno noti dove fare le riprese di Linea Blu, programma di cui lui era oltre che conduttore anche coautore. Il tema era UN MARE DI … “Dopo aver proposto a Fabrizio UN MARE di… APPRODI le cui riprese partirono da Castro per raccontare l’approdo di Enea a poi, l’approdo dei bizantini nella Cripta dei Santi Stefani a Poggiardo, proposi anche UN MARE DI… FEDE tra Santa Maria di Leuca, dove sorge un bellissimo santuario, Leuca Piccola, meta di pellegrinaggi, e Alessano la città dove è nato don Tonino Bello. Fabrizio non conosceva don Tonino, ma accettò di buon grado l’idea di dedicare una puntata ad un mare di… fede”. Quando il noto conduttore arrivò nella casa di don Tonino Bello ad Alessano venne accolto dai fratelli di lui (Marcello e Trifone) e da Giancarlo Piccinni, presidente della fondazione Don Tonino Bello. Si interessò molto al pensiero di don Tonino, ricordato soprattutto come vescovo di Molfetta e da poco proclamato Beato. Ma non voleva andare sulla tomba, perchè, diceva, sarebbe stata una cosa triste fare le riprese al cimitero. Invece si lasciò convincere e scoprì che la tomba di don Tonino Bello è un luogo di gioia dove i pellegrini si raccolgono in preghiera e dove i giovani si danno convegno per stare insieme cantare e suonare la chitarra. Fabrizio percepì subito l’atmosfera positiva di quei luoghi e decise di intervistare lì il presidente della Fondazione, Piccinni, che gli raccontò l’amore che don Tonino aveva per il mare e in particolar modo per il mare di Leuca. Sul più bellò arrivò vicino alla tomba anche il piccolo Tonino Bello, nato da pochi giorni, con i suoi genitori, nipoti di don Tonino. E fu una grande emozione. Don Tonino Bello pregava Dio perchè divenisse la sua Ala di Riserva. Era il fautore della Chiesa della Stola e del Grembiule: una chiesa che predicava la dottrina, ma, che, con il grembiule, si metteva al servizio dell’umanità, specie quella più sofferente. Infatti divenuto vescovo di Molfetta aveva letteralmente trasformato il vescovado nella casa alloggio dei più umili: immigrati, ladri, prostitute, ragazze madri… Aveva per tutti una parola di consolazione e di coraggio. Girava per Molfetta con un’umile ‘500, non aveva voluto servi e autisti. Al posto della croce d’oro indossava una croce di legno, al petto. E’ stato un papa Bergoglio ante litteram. E’ morto ad appena 58 anni, nel ‘93 dopo aver partecipato alla marcia per la Pace a Sarajevo. Tra i suoi scritti più belli, Maria, donna dei nostri giorni, in cui lui attualizza la figura di Maria e la fa vivere nelle sofferenze quotidiane delle donne dei nostri giorni. E’ un libro-preghiera rivolto a Maria, un grande messaggio di fede e di speranza. fonte: www.affaritaliani.it |
© 2025 Associazione culturale “Oll Muvi” - Molfetta - CF 93369320721 Privacy - Credits |