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Velieri molfettesi e Regia Marina nella Guerra del '15 - '18


Velieri molfettesi e Regia Marina nella Guerra del '15 - '18 MOLFETTA 26/06/2023

L’Italia, al termine della Guerra del 1915-1918, registrò l’affondamento di 299 piroscafi, 424 velieri e 49 navi da pesca per un totale di 772 bastimenti mercantili.

All’entrata in guerra furono requisiti e noleggiati 38 piroscafi e 46 rimorchiatori, iscritti nei ruoli della Regia Marina come naviglio sussidiario (incrociatori ausiliari, navi civetta, navi ospedale, vedette e dragamine).

La normativa di riferimento necessaria ad attuare le requisizioni fu il R. Decreto n. 29 in data 21 gennaio 1915 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del 26 gennaio 1915, n. 21). Con questo decreto il Governo (in realtà il Ministro della marina) venne autorizzato, “quando circostanze di pubblica necessità od interesse generale dello Stato” lo avrebbero richiesto, a procedere alla requisizione di navi mercantili, navi da diporto, battelli e galleggianti in genere. Il decreto, entrato in vigore immediatamente, fu convertito il 25 marzo 1917 nella Legge 472 (G.U. del 28 marzo 1917, n. 73).

Condividiamo ancora una ricerca realizzata dal nostro amico Corrado Pisani, un grande appassionato di storie molfettesi, diversi suoi documentazioni sono pubblicate sul sito dell'Associazione Oll Muvi, affermata nel mondo con il logo I Love Molfetta, le sue "micro - preziose - ricerche", vengono apprezzate soprattutto dagli "amici emigrati molfettesi" sparsi nei cinque continenti.

Il naviglio molfettese (inteso come navi a vela iscritte sotto i numeri di matricola del Circondario marittimo di Molfetta) fu pure interessato da questa vicenda. Sei furono i velieri che, con diversa modalità (requisizione, compravendita e, forse, noleggio) vennero coinvolti dalla Regia Marina.

Di ogni veliero ho redatto una “scheda” molto dettagliata che, purtroppo, non essendo il web la sede opportuna per una lunga (e forse noiosa) trattazione e dovendo essere “preciso e conciso”, ho dovuto sintetizzare riportando specie, nome (ed ex nome) e poche notizie.

Trabaccolo «Sant’Antonio». Veliero di 48,00 tonnellate, varato nel 1872 a Lussinpiccolo, con il nome «Mostar», dal costruttore navale Giuseppe Sisto Cattarinich fu Giuseppe Maria. Acquistato, nella città di Curzola (Korčula, Croazia), per atto privato datato 2 marzo 1896, dal marinaio Michele de Felice fu Vincenzo nella città di Curzola (Korčula, Croazia), metà per sè stesso e metà per conto del proprietario molfettese Giuseppe Antico di Leonardo.

Inizialmente iscritto al n. 1.382 del Registro matricola del Compartimento Marittimo di Bari, il 31 agosto 1907 il trabaccolo transitò al n. 112 della matricola di Molfetta. Dimensioni: lunghezza 21,30 m.; larghezza 5,26 m.; altezza 2,23 m.; stazza lorda tonn. 48,54; stazza netta 39,62 tonnellate. Il 7 settembre 1918 fu venduto alla Regia Marina e cancellato in pari data.

Trabaccolo «Galileo». Varato nell’ottobre 1890, in Chioggia, dal cantiere del costruttore navale A. Luigi Menetto, che lo aveva realizzato su commissione dei fratelli Vincenzo, Giuseppe e Riccardo Frizziero del fu Sante Giovanni.
Iscritto al n. 1811 della matricola di Venezia. Dimensioni: lunghezza 27,50 metri; larghezza 7,07 metri; altezza 3,18 metri; tonnellaggio netto 123. Nel maggio 1909, classificato goletta e ribattezzato «Gesù Crocifisso», fu iscritto al n. 334 della matricola di Molfetta, per acquisto fattone dal marinaio autorizzato Giosafatte Croce di Stefano di Giovinazzo.

Il 14 febbraio 1915 la goletta «Gesù Crocifisso», comandata da Angelo Camporeale di Giovinazzo, e la goletta «Saturno» (matricola n. 317 di Molfetta), entrambe ancorate nel porto di Antìvari (Antibari o Bar, Montenegro), furono oggetto di un cannoneggiamento diretto da tre unità della marina austriaca (le torpediniere TB68 e TB15 ed il cacciatorpediniere Csikós). I comandanti dei due velieri pugliesi, per salvare i loro equipaggi, li fecero scendere a terra, issando prima la bandiera italiana. Un colpo di cannone abbattè l’albero della goletta «Saturno» ove era stata innalzata la bandiera. Nell’aprile del 1917 fu cancellata dalla matricola di Molfetta per essere transitata nel naviglio (sussidiario) della Regia Marina. Dopo il 1921 il veliero fu venduto a privati.

Brigantino goletta «Bella Rosa». Veliero di 100 tonnellate, varato il 18 marzo 1886 in Torre del Greco dal costruttore navale Francesco Lubrano, realizzato su commessa del capitano mercantile Francesco Raiola di Raffaele.
Dimensioni: lunghezza 25,47 metri; larghezza 6,65 metri; altezza 3,10 metri. Iscritto al n. 1262 della matricola di Livorno. Nell’anno 1900 il veliero fu acquistato dall’armatore Francesco Ascione fu Domenico di Torre del Greco che lo iscrisse al n. 3734 della matricola di Napoli. Il 4 luglio 1908 la goletta, proveniente da Salerno, fu coinvolta in un sinistro marittimo nelle acque di Gallipoli, porto di destinazione. L’anno successivo (1909) il veliero fu acquistato dall’armatore molfettese Francesco Calvario (n. 24 febbraio 1876 - m. 10 gennaio 1947) che lo iscrisse sotto il n. 342 della matricola di Molfetta.
Nell’aprile del 1918, per ordine del Comando in Capo dell’Armata e del Basso Adriatico, il brigantino goletta venne requisito “per scopi militari” dall’Ufficio di Porto di Molfetta. Da esso vennero sbarcati gli attrezzi ed i corredi e ne venne sbarcato l’equipaggio che fu sostituito con personale della Regia Marina. La requisizione consistette nella presa di temporaneo possesso del corpo del veliero restando a carico della Regia Marina la manutenzione, le eventuali riparazioni, l’esercizio, ecc.
Il valore dichiarato dal proprietario all’atto della requisizione fu di lire 40.000, ma la Commissione di requisizione, nella seduta in data 11 maggio 1918, stabilì la misura dell’indennizzo da corrispondere in caso di perdita per causa di guerra in 16.707 lire. Al termine del conflitto rientrò in possesso del signor Calvario.

Brigantino goletta «Peppino». Varato in Viareggio, con il nome «Marianna Pellerano», il 30 agosto 1902, dal cantiere Fortunato Celli che lo aveva costruito su commessa dell’armatore Antonio Silvio Pellerano di Giovanni di Massa (Carrara).
Dimensioni: lunghezza 28,16 metri; larghezza 7,22 metri; altezza 3,17 metri; tonnellaggio di registro 126; tonnellaggio netto 120. Iscritto al n. 57 della matricola di Livorno. Dopo il 1907 il veliero fu acquistato dai fratelli Antonini di Andrea, titolari della fabbrica di mattonelle, che l’anno seguente lo ribattezzarono «Ofelia».
Nell’agosto del 1909, con il nome «Emilia», il veliero venne iscritto al n° 346 della matricola di Molfetta. Proprietario e armatore del veliero era Francesco Paolo Ascanio (meglio Dascanio) di Barletta. Nel 1914 il veliero fu ribattezzato «Peppino». Nel primo trimestre del 1917 il brigantino goletta fu acquisito dalla Regia Marina. Nel 1921 il fu venduto a privati di Torre del Greco. Proprietari e armatori divennero i fratelli Palomba ed i fratelli Perna. Ribattezzato «Peppino P.», dove la lettera P. indica (verosimilmente) l’iniziale dei cognomi della coppia di fratelli, il brigantino goletta fu iscritto al n. 1009 della matricola di Torre del Greco.

Trabaccolo «Nuovo Antenore». Varato nel 1886, in Chioggia, dal cantiere navale del cav. Giacinto Poli che lo costruì su commessa dal capitano Luigi Padoan. Dimensioni: lunghezza 21,45 m.; larghezza 4,30 m.; altezza 2,31 m.; 50 tonnellate di registro. Iscritto al n. 1588 della matricola di Venezia.
Nel 1902, per acquisto fattone dall’armatore Francesco Paolo Principe di Manfredonia, il veliero transitò al n. 498 della matricola di Bari. Nel 1916 fu acquisito nel naviglio (sussidiario) della Regia Marina e cancellato dalla matricola di Bari. Alla fine del conflitto il veliero fu dismesso e messo in vendita. Per quietanza di pagamento, datata 12 febbraio 1920, emessa dalla Sezione Staccata di Brindisi del Genio Militare della Regia Marina, il padrone marittimo Onofrio Allegretta (Molfetta, n. 13 gennaio 1889 - Imperia, m. 21 marzo 1960) entrò in possesso dell’intero trabaccolo. Il veliero fu iscritto al n. 1455 della matricola di Bari. Saltando a piè pari le vicende che seguirono nel ventennio successivo, dirò che nel 1941 armatore era il signor Bullo Dobrillo fu Felice di Venezia. Requisito dai tedeschi a Venezia il 19 settembre 1944. Fu affondato, al largo di Venezia, da guastatori tedeschi nei primi mesi del 1945.

Trabaccolo «Giovannina Bella». Nel maggio 1892, in Chioggia, il carpentiere Angelo Nordio fu Giuseppe detto Papeta varò questo veliero di 100 tonn., denominato «Giovanina» o «Giovannina», commissionatogli dai fratelli Gavagnin, Vincenzo, Domenico e Giovanna del fu Angelo, armatori di Pellestrina. Iscritto al n. 1404 della matricola di Venezia.
Dimensioni: lunghezza 24,20 metri; larghezza 6,97 metri; altezza 2,92 metri. Nel 1913 il veliero, acquistato dai signori Luigi Cormio fu Felice (carati 6), Vincenzo Croce di Stefano (carati 6), Vito Pisani fu Carlo (carati 6), domiciliati in Molfetta, e Domenico Milillo fu Giuseppe (carati 6), domiciliato in Giovinazzo, ribattezzato «Giovannina Bella» (stazza lorda 104,81 tonn.; stazza netta 82,34 tonn.), venne iscritto al n. 408 della matricola di Bari. Tre anni dopo (1916) armatore era il signor Pasquale Melone e C. di Giovinazzo. Sul finire di quello stesso anno (1916), nuovo armatore era la Regia Marina che lo inserì nel naviglio (sussidiario) di Brindisi. Al comando rimase il padrone Pasquale Melone. A guerra finita il veliero rientrò in possesso dei legittimi proprietari. Il 12 maggio 1921, riclassificato “goletta”, fu iscritto al n. 598 della matricola di Molfetta.

Alcune note sui brigantini «Bella Rosa» e «Peppino» li devo all’amico Lazzaro la Forgia che mi ha gentilmente concesso di consultare la copia del testo «Navi e armatori di Torre del Greco» degli autori Ciro Antonio Altiero e Antonio Formicola.

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