Molfettesi encomiabili: micro ricerche |
MOLFETTA 24/02/2023 La speranza di questi articoli (micro ricerche) è quella di coinvolgere sempre più un numero maggiore di lettori. Oserei dire, accrescere il senso di appartenenza a questa Città e riportare alla memoria avvenimenti (messi in atto da uomini esemplari) ormai dimenticati. Condividiamo, ancora una documentazione lodevole, realizzata dal nostro amico Corrado Pisani, un grande ricercatore di storie molfettesi, che ha concesso di pubblicare sul sito dell'Associazione Oll Muvi, affermata nel mondo con il logo I Love Molfetta, le sue "micro - preziose - ricerche". La notte tra il 18 e il 19 luglio 1912, durante la guerra Italo-Turca, la Regia Marina eseguì un’incursione dentro lo stretto dei Dardanelli per tentare di affondare la flotta nemica. L’azione fu preparata con cura e nel più profondo segreto. Cinque il numero delle “torpediniere di alto mare” scelte. Il giorno 18 la squadriglia salpò. Gli equipaggi fecero un unico pasto nella giornata, ed alla sera ogni uomo ebbe un solo uovo sbattuto. Dopo l’ultimo briefing per precisare gli ordini, fu eseguita un’altra operazione molto curiosa. Ogni torpediniera aveva a bordo un piccolo tesoro di guerra di ventimila franchi in oro. Ciascuna unità divise la somma e distribuì ad ogni uomo la quota parte (260 franchi). Ognuno di loro li legò alla vita in una cintura: se le unità fossero colate a picco, i naufraghi che si sarebbero salvati, avrebbero messo in salvo per l’Italia il loro gruzzoletto d’oro. Alle 23,15 circa, la squadriglia si separò dalla nave ammiraglia (Vettor Pisani), che si pose a ridosso della costa ad attendere l’esito del raid. Alle 23.30, le cinque unità varcarono l’ingresso dei Dardanelli. Scoperte, inondate da fasci di luci e fatte oggetto di fuoco nemico, le navi proseguirono senza tentennare. In testa c’era la Spica, con a bordo il Comandante dell’operazione, il C.V. Enrico Millo: seguivano la Perseo, l’Astore, la Climene e la Centauro. Dopo quattordici miglia si intravidero i profili delle navi nemiche. A un tratto, la Spica (unità Capo Squadriglia) si arrestò. Era stata bloccata da un cavo di acciaio, teso per sbarrare il passaggio, che urtando sull’elica la aveva accartocciata leggermente. Il Capo Squadriglia, valutata la situazione e resosi conto che era inutile insistere (considerato gli ostacoli che sicuramente li attendevano) perchè ciò avrebbe significato andare a fine sicura, richiamò la Perseo e l’Astore che erano andate avanti e ordinò il ritorno. Quelli della Perseo, quando fecero l’inversione di rotta riconobbero il profilo della corazzata Messudiè con i suoi tre fumaioli. Il ritorno si compì in maniera ordinata sotto il fuoco nemico fino all’uscita dai forti esterni. Le navi riportarono pochi danni (colpi nel fumaiolo, sullo scafo e in coperta). Non ci fu nessun ferito e nessun morto tra gli uomini. La spedizione durò un’ora e 55 minuti. Il 1° agosto 1912, l’edizione mattutina de «Il Corriere della Sera» pubblicò l’articolo «Il rapporto di Millo sul “raid„ nei Dardanelli e i nomi di coloro che vi parteciparono». L’elenco pone in evidenza la presenza a bordo delle cinque torpediniere di diversi molfettesi. Al nome di ogni unità segue quello del personale imbarcato. 1) Torpediniera SPICA Tommaso Panunzio (Bari, n. 27 febbraio 1881), figlio dell’ingegnere molfettese Ignazio Panunzio e della gentildonna Plautilla Riccio di Monopoli. Il nome della contrada molfettese “Torre Panunzio” deriva da questa famiglia. Ufficiale (S.T.V.) imbarcato su questa nave con l’incarico di Comandante in IIa. Per Regio Decreto 3 aprile 1913 gli fu conferita la Medaglia d’argento per la seguente motivazione «Imbarcato su di una silurante partecipò ad una difficile spedizione notturna adempiendo ai suoi incarichi con coraggio e noncuranza del pericolo, completamente esposto all’intenso fuoco nemico. Dardanelli, 18-19 luglio 1912» Dal 1° maggio 1933 al 16 giugno 1934, con il grado di C.V., comandò la nave-scuola «Amerigo Vespucci». L’8 settembre 1943, il Contrammiraglio Panunzio era Comandante del Comando Marina di Bari; Vincenzo Fontana (Molfetta, n. 12 maggio 1887 - Livorno, m. 3 luglio 1975), figlio di Leonardo e Maria de Gennaro. Sottocapo cannoniere (Matricola militare N. 17065); Domenico de Robertis (n. 19 novembre 1887), figlio di Corrado e Susanna Cappelluti. Fuochista scelto (Matr. mil. 55104). 2) Torpediniera CLIMENE Crispo Nicolò Giovine (n. 1° gennaio 1889 - m. 7 luglio 1930), figlio di Cosmo e Gerolama Annese. Primo Macchinista (Matr. mil. 26960). Ricevette una promozione per merito di guerra; Mauro de Pinto (n. 11 giugno 1885), figlio di Giuseppe e Angela Petruzzella. Marinaio (Matr. mil. 68648). 3) Torpediniera PERSEO Giovanni Albanese (n. 13 ottobre 1889), figlio di Sergio e Ottavia Porcelli. Fuochista artefice (Matr. mil. 57085). 4) Torpediniera CENTAURO Giacomo Paparella (n. 1° gennaio 1888), figlio di Biagio e Maria Domenica Buzzerio. Cannoniere scelto (Matr, mil. 55873). Il 1° luglio 1907 fu iscritto alla matricola n. 1846 della Gente di mare del Circondario marittimo di Molfetta. 5) Torpediniera ASTORE Domenico Raguseo (n. 1° gennaio 1887), figlio di Onofrio e Chiara de Palma. Marinaio scelto (Matr. mil. 55968). Iscritto alla matricola n. 2916 della Gente di mare; Damiano de Ceglia (n. 20 giugno 1889 - m. 3 dicembre 1956), figlio di Vito e Raffaella Tattoli. Marinaio (Matr. mil. 67126). Iscritto alla matricola n. 3648 della Gente di mare. Agli equipaggi delle cinque unità, per R.D. 3 aprile 1913, fu conferito l’Encomio Solenne per la seguente motivazione «Imbarcato su di una silurante durante una difficile spedizione notturna, dimostrò calma e coraggio sotto l’intenso fuoco nemico. Dardanelli, 18-19 luglio 1912». to be continued ... #storiemolfettesi #weareinmolfetta #corradopisani #ilovemolfetta #puglia #italia #doyouknowpuglia #pugliesinelmondo #associazioneollmuvi #molfetta |
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