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Storie di Cognomi molfettesi: Minervini


Storie di Cognomi molfettesi: Minervini MOLFETTA 17/10/2022

Dall'estero, ma non solo, in tanti ci chiedono informazioni sulle loro origini, la voglia di conoscere le loro radici, noi dell'Associazione Oll Muvi, affermati nel mondo come I Love Molfetta, vogliamo condividere una ricerca fatta dallo storico molfettese Corrado Pisani sui cognomi delle famiglie molfettesi: "Minervini" è il primo approfondimento realizzato.

La memoria intitolata «Respa all’ombra della ragione fino a’ tempi, che fu denominata Molfetta» scritta nel 1251 dall’ateniese Filiberto Minervini e pubblicata nel 1843 dal giureconsulto Ignazio Minervini (n. 10 gennaio 1781 - m. 18 luglio 1846), nipote del famoso abate Ciro Saverio Minervini, porterebbe ad affermare che la famiglia Minervini è presente in città già da quell’anno.

In realtà, un’attenta ricerca evidenzia che questa affermazione non risponde al vero.
La passione che da oltre trent’anni mi porta a indagare sulle vicende della nostra città mi permette di dire che questo scritto ha caratteristiche simili ad un “romanzo storico” ed è opera del medesimo Ignazio Minervini, come si capirà meglio più avanti.

Torniamo al nostro cognome. I documenti fiscali dell’Università di Molfetta evidenziano che il capostipite era presente in città dopo la terza decade del secolo XVI.

L’Apprezo del 1542 registra le proprietà rurali di tale Joannes de Monorvino (o de Monorbino) ossia di Giovanni (oriundo della città) di Minervino, già vedovo della prima moglie e risposato in seconde nozze. Il Catasto del 1561 censisce i beni del foretano (contadino) Serio (Sergio) figlio di Joannes de Perrillo de Minorbino e Venuta vedova di Joanne de Pitillo de Minorbino con due figli minori. Questa notizia, quindi, fa emergere due realtà:

1°) che il cognome di Giovanni era “de Perrillo o de Pitillo”;

2°) che il cognome Minervini coincide con il nome del paese dal quale era giunto il già citato Giovanni. Città che, al momento, riesce difficile discriminare dato che a quell’epoca nella nostra regione esistevano due borghi con uguale nome (Minervino o Monorvino o Monervino) e che solo nel XIX secolo saranno ben distinti dato che assunsero i nomi di Minervino Murge (post 1863) e Minervino di Lecce (post 1864).
Il nostro cognome si trova registrato in due forme Minervini (la più usata) e Minervino.

La realtà che già nell’Ottocento le due forme del cognome erano registrate per circa 500 unità rende dispersivo tracciare un albero genealogico complessivo. Ben diverso è il redigere una genealogia per un singolo nucleo familiare. Alla luce di questa nota riportiamo l’albero genealogico della persona che più ha dato lustro a questa famiglia: Ciro Saverio Minervini (Molfetta n. 17 agosto 1734 - Napoli m. 21 maggio 1805).

Per capitoli matrimoniali del 17 marzo 1681 il maestro d’ascia (intendi falegname) Vito Minervino sposò Olimpia de Gennaro di Francesco.
Dalla loro unione nacquero quattro maschi nominati: Ignazio, Mauro (sacerdote, n. 1683 ca. - m. 28 agosto 1762), Domenico (sacerdote, n. 1697 ca. - m. 11 marzo 1775) e Corrado Minervino (n. 1701 ca. - m. 8 aprile 1772).

Per capitoli matrimoniali del 22 gennaio 1719 Ignazio Minervino sposò Maria Anna Tottola (n. 1688 ca. - m. 29 agosto 1772), sorella dell’Arciprete Mauro Giuseppe.
Nel 1751-53 il nucleo familiare del possidente Ignazio Minervino era composto da sua moglie Marianna Tottola e da cinque figli: il chierico Vito, il chierico Corrado, Lorita, Vittoria e il chierico Ciro Saverio. Per testamento del 9 ottobre 1757 Ignazio Minervino dispose eredi universali i soli figli maschi.

Il 1° marzo 1769 Vito Minervini del defunto Ignazio sposò Margherita de Candia fu Onofrio. Per testamento del 30 aprile 1781 Vito Minervino (n. 1722 ca. - m. 1° maggio 1781) dispose erede suo figlio Ignazio (n. 10 gennaio 1781 - m. 18 luglio 1846), nato da sua moglie Margherita de Candia.

Nel 1795 Ignazio Minervini era proprietario della terza parte del latifondo chiamato Casale di S. Primo e di una proprietà rurale con casino situata in località San Martino di Giovinazzo. Il 12 settembre 1797, per capitoli matrimoniali rogati il passato 19 agosto, il citato Ignazio Minervini di Vito si unì in matrimonio con Angela Ciani Passari vedova di Giuseppe Gadaleta. Dalla loro unione nacque Vito (n. 30 novembre 1798 - m. 6 luglio 1878). Dopo la morte (15 febbraio 1813) di Angela Ciani Passari, l’8 aprile 1824 il gentiluomo Ignazio Minervini sposò in seconde nozze la gentildonna Lucrezia Maria Ricco di Montefusco.

Dal matrimonio tra Ignazio Minervini e Lucrezia Ricco videro la luce nove figli (sette maschi e due femmine): Francesco, Margherita, Paolo, Antonio, Pasquale, Filomena, Filiberto (n. 2 ottobre 1838. L’8 febbraio 1868 il musicante Filiberto sposò la proprietaria Agnesa del Rosso), Michele (n. 19 febbraio 1843. Il 14 settembre 1865 il sarto Michele sposò Caterina Porta di Domenico) ed Errico.

La nota appena riportata spiega l’origine del nome (Filiberto Minervini) dell’autore della memoria citata in apertura di articolo.

Il 9 dicembre 1839 il gentiluomo Vito Minervini (figlio di primo letto di Ignazio) sposò Grazia Maria Picca, figlia del gentiluomo Vitantonio Picca e Rachele Nisio. Il matrimonio tra Vito Minervini e Grazia Picca vide la nascita di otto figli. Di questi (otto) l’unica notizia significativa riguarda la figlia Maria Gaetana Minervini che il 22 settembre 1881 sposò lo scribente Achille Candida, figlio dei defunti Graziano e Anna Maria Pastore.

Lo stemma della famiglia Minervini è così descritto: inquartato, nel 1° d’argento al ramoscello di quercia, posto in fascia e sostenente una civetta al naturale, nel 2° fasciato d’azzurro e di rosso, nel 3° fasciato d’argento e di rosso, nel 4° d’azzurro al leone rampante d’oro.

Ringraziamo l'amico Corrado Pisani per la sua ricerca che ha voluto condividere con tutti noi, nei prossimi giorni altre storie su cognomi delle famiglie molfettesi.

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