A Molfetta le giornate FAI di primavera |
MOLFETTA 25/03/2022 Le Giornate FAI compiono Trenta Primavere. Sabato 26 e domenica 27 marzo 2022 i volontari di Molfetta accompagneranno i visitatori nella Chiesa e Monastero di San Pietro. I tour si terranno ogni 30 minuti per un massimo di 15 persone a gruppo secondo il seguente orario: dalle ore 9.30 alle 17.30 La chiesa di S. Pietro, localizzata all'interno del circuito murario antico di Molfetta, è sita nella omonima via del borgo antico, dove anticamente si era insediata una colonia originaria di Sebenico in Croazia (S. Pietro è protettore di Ragusa in Croazia). La Chiesa di San Pietro si presenta, nel panorama degli edifici di culto della città di Molfetta, come una delle più antiche. L'edificio è citato per la prima volta nell'anno 1176, anno in cui risulta già aperto al culto, il che ci fa supporre la sua edificazione come antecedente. Segue un periodo in cui non si hanno notizie storiche che ci permettano di poterne delineare il percorso evolutivo, fino ai primi anni del 1400. A partire dal XVI sec. la storia della chiesa corre in parallelo con quella di un piccolo gruppo di monache cistercensi. L'edificazione, a partire dal 1571, accanto alla chiesa, del monastero delle monache cistercensi, modificò così tanto la fisionomia della chiesa ed integrandosi con essa, che da quel momento in poi, non sarà più possibile descrivere la storia dei due edifici in modo indipendente. Nel monastero, unica istituzione monastica femminile esistente in città, confluirono – come educande e novizie – le fanciulle delle più nobili famiglie. Dal 1817 in poi, la storia di Chiesa e Monastero torna a scindersi. Il monastero venne acquisito dal comune e trasformato in un insieme di appartamenti per famiglie poco abbienti. Agli inizi del 900 l'edificio tornò ad ospitare le suore. Le suore Ancelle del Santuario crearono un asilo nido ed ospitarono il Conservatorio delle Orfanelle, attivo fino agli anni 70. Successivamente l'intero edificio fu destinato a scuola materna fino al 2003, anno di definitivo abbandono dello stesso. Attualmente rimane utilizzata solo la chiesa. L'edificio è realizzato in pietra da taglio locale. La facciata, in stile barocco, presenta un pronunciato architrave che, con andamento mistilineo, la divide in due ordini e si completa con la torre campanaria che svetta sui tetti del borgo antico con i suoi 35 metri di altezza. Il portale centrale, terminante con cimasa ad elementi compositi, fa da base al cartiglio in pietra con l'indicazione dell'anno di compimento dei lavori. ma Nettamente separato dai due registri inferiori tramite una ulteriore trabeazione curvilinea, troviamo un elegante fastigio con nicchia centrale arricchita da volute e acroteri laterali che conferisce leggerezza all'intera composizione. All'interno presenta una navata unica a pianta ellissoidale. con una cappella laterale quadrangolare, il coro sopra l'ingresso, e il campanile sulla destra. L'ellisse si presenta con quattro vani cappellati che si innestano su di essa. Quelli lungo l'asse maggiore sono adibiti ad ingresso e presbiterio, mentre quelli lungo la direttrice est-ovest sono adibiti a cappelle laterali. La cappella a sinistra, patronato della famiglia Lupis, presenta un altare in marmo ed ospita la tela raffigurante la flagellazione di Cristo, opera del molfettese Nicola Porta, allievo del Giaquinto. In sagrestia, troviamo all'interno di una nicchia la ruota degli esposti in legno. La posizione, all'interno di un ambiente di servizio della Chiesa, è alquanto insolita in riferimento funzione di accogliere gli infanti abbandonati dalle famiglie. Sebbene non si abbiano notizie certe, poichè la nicchia ricorda per proporzioni una finestra di prospetto si può immaginare che la nicchia fosse inizialmente parte del prospetto originale del monastero, poi inglobato all'interno del volume del prospetto della Chiesa stessa. L'apertura nelle Giornate FAI prevede, oltre alla visita guidata all'interno della chiesa, la scoperta di alcuni ambienti eccezionali del convento, normalmente non fruibili, atteso che il convento che è ormai abbandonato da oltre un ventennio. Testo scritto da Gruppo FAI di Giovinazzo - Volontari di Molfetta VISITE A CURA DI Apprendisti Ciceroni Liceo Classico "Leonardo da Vinci" di Molfetta e dei Volontari FAI di Molfetta. |
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