Torri e masserie fortificate a Molfetta

 

Torri e masserie fortificate a Molfetta

 

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Molfetta,

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In giro... per Molfetta: abbiamo incontrato Corrado Pappgallo


Molfetta
dalle incerte origini all’inizio dell’anno mille era già una città fortificata e affermata con un suo territorio agricolo ben definito nei suoi confini e popolato da gente di origine longobarda dedita all’agricoltura e che vivevano stabilmente in alcuni casali sparsi un pò ovunque.

Gli insediamenti medioevali a carattere prettamente rurali sono circoscritti a ponente del territorio: Chiuso della Torre, Casale S. Primo, la grancia di S. Martino o Torre Claps, il cenobio di S. Giacomo, il cenobio di S. Margherita, e a levante il complesso di Torre Villotta.

A questi insediamenti si diffusero nei secoli successivi nell’agro un altro tipo di edificio con delle caratteristiche proprie: la torre; è sempre isolata, alta e munita di una primordiale difesa: la caditoia.

Le torri superstite sono: Torre rotonda della Molinara, Torre Madonna della rosa, Torre Cicalorio, Torre Cascione, Torre Mino, Torre Sgamirra, Torre del gallo, Torre Falcone, Torre Cappavecchia, Torre Capitaneo, Torre Pezza Sapone.

Al principio del XVI sec., nel nostro agro ai confini con Terlizzi tra la strada per Ruvo e i confini di Bisceglie esistevano ancora vaste zone incolte di natura boschiva e selvosa di proprietà di diversi enti religiosi non più in auge, retaggi di antiche donazioni medioevali.

Alla difficoltà di gestirle direttamente in loco esse furono cedute in enfiteusi all’Università di Molfetta dietro il pagamento di un censo annuo.

L’Università da parte sua invitò i cittadini a farne richiesta di porzioni di terra per un miglioramento economico, la richiesta fu molto scarsa per cui solo alcune famiglie nobili si accapparrono vaste estensioni.

Alla famiglia Gadaleta fu assegnata una vasta zona oggi individuabile nella contrada Navarino. I Gadaleta dissodarono la terra destinandola a pascolo, a seminativo e parte a colture promiscue di uliveti e mandorleti.
Per gestire questo patrimonio terriero essi costruirono un edificio rurale tipico dell’epoca: la masseria fortificata. Essa non era più munita di una caditoia ma bensi di due garitte pensili per la difesa. Attiguo alla masseria vi era la chiesa, il mulino per il grano, il palmento.

Per nostra fortuna le masserie anche se in esiguo numero sono ancora integre per cui segnaliamo la masseria Villafranca e quella detta dell’Alfiere in territorio di Terlizzi ma edificate da molfettesi, la masseria Azzollini, Capo di cane (non fortificata) e Masseria di Torre della cera.

Nell’ambito di questo contesto sulla costa tra Molfetta e Bisceglie su un piccolo promontorio nel 1569 dalla Corte di Napoli fu costruita una torre di vedetta-difesa contro le incursioni di turchi e barbareschi: Torre Calderina.

(Bibliografia: C. Pappagallo, Torri e masserie fortificate a Molfetta).

 

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